“Revancha”, Inghilterra-Argentina abbatte i confini dello sport
ROMA – Nel mondo del calcio di rivalità non se ne contano più. E’ sufficiente lottare per lo stesso obiettivo, dallo scudetto alla salvezza fino alla vittoria di una coppa, per considerare l’avversario come un nemico. Dando uno sguardo al nostro campionato, si può notare per esempio come sia accesa la contesa tra Juventus e Napoli per il tricolore. Eppure ci sono scontri storici talmente accesi che superano addirittura i confini dello sport. Tanto da essere raccontati in un libro. E’ così che Diego Mariottini e Lorenzo De Alexandris presentano “Revancha”, un volume che descrive tutti i conflitti tra Inghilterra e Argentina.
RIVALITA’ OLTRE IL CALCIO – Revancha è un libro che parla di una rivalità che va oltre il calcio, travalicando i confini dello sport. Due mondi contrapposti, due modi differenti di esprimere se stessi: da una parte il football, lo strumento di una colonizzazione di fatto, dall’altra il fútbol, la risposta di chi rivendica la propria libertà, la propria essenziale anarchia. Una rivalità forte, dunque, quella tra Argentina e Inghilterra, che nasce agli albori sugli improvvisati campi ricavati dai potreros, i pascoli della pampa, si sposta sul nobile prato di Wembley nei Mondiali del 1966 e approda infine, con una drammatica evoluzione dal piano simbolico dello scontro sportivo a quello concretissimo della guerra reale, a un vero campo di battaglia. Nel 1982 l’Inghilterra di Margaret Thatcher difende le isole Falkland, il diritto acquisito e l’onore dell’Impero, mentre l’Argentina dei generali in cerca di consenso vuole riprendersi ciò che la storia le aveva tolto, le Malvinas. La sconfitta e l’umiliazione argentina trovano poi la loro vendetta popolare, la revancha, in uno stadio messicano nel 1986, grazie a un semidio del calcio, il simbolo sportivo e identitario dell’Argentina moderna: Diego Armando Maradona. Ma nonostante la vittoria in quella storica partita dei Mondiali la domanda resta aperta: la rivalità tra Argentina e Inghilterra si è davvero conclusa? Quella guerra finirà mai? Il finale contiene alcune ipotesi, nessuna delle quali rassicurante, se le due parti non decidono di risolvere il problema delle Falkland/Malvinas in modo definitivo e con mutua soddisfazione. Nel frattempo lo sport continua a mettere Inghilterra contro Argentina in varie discipline, ma anche l’una accanto all’altra. Sta all’intelligenza umana trasformare una sfida in un incontro.
Diego Mariottini, come è nata l’idea di scrivere questo libro?
L’idea è nata dall’aver constatato il forte senso di attualità dei fatti del 1982. Tutto potrebbe ancora succedere, perché gli argentini non si sono mai rassegnati alla sconfitta militare e spesso propongono lo sport, in particolare il calcio, come terreno nel quale riaprire la contesa. Non di meno “Revancha” è il punto d’incontro di sport, narrazione, storia e politica. Senza scendere nell’aneddotico vengono riproposti tutti i temi e le occasioni in cui una rivalità sportiva si è trasformata in altro. Vengono tratteggiati anche i profili psicologici e umani dei decisori politici e dei campioni che hanno animato e animano una battaglia infinita che va avanti da oltre 30 anni a parole ma che potrebbe trasformarsi in altro in qualsiasi momento.
La famosa mano di Maradona, ma non solo. Quali gesti o episodi storici ti hanno più colpito in questa rivalità?
Ci sono tanti personaggi e gesti che sul piano sportivo (e non) hanno dato forza alla narrazione. Troneggiano su tutti il gol di mano di Maradona e quello successivo, per molti il gol del secolo. Ma c’è anche il fiuto sotto porta di Gary Lineker, la vicenda umana di Ardiles e Villa, la grinta di Rattin, i funambolismi di John Barnes e la prodezza di Olarticoechea che vale quanto un gol (salva la sua squadra con un recupero prodigioso proprio nei minuti finali). Ci sono infine la storia dell’Argentina, sempre inquieta sotto ogni profilo, e l’epopea politica della signora Thatcher nella Gran Bretagna anni 80. Per chiudere, si parla anche dei due allenatori argentini Menotti e Bilardo, entrambi grandi conoscitori di calcio e di uomini ed entrambi campioni del mondo.
Fonte: Repubblica.it