Federico Chiesa, l’anno delle conferme
La mappa di tiro di Chiesa in questa stagione. È evidente come i tentativi siano distribuiti in maniera maggiormente uniforme, per la tendenza del viola a svariare in tutto il fronte offensivo e per il crescente utilizzo del piede debole.
C’è però da dire che dei 9 gol segnati in Serie A, solo uno è arrivato da un tiro di sinistro, contrariamente a quanto accaduto ad esempio ad un vero e proprio ambidestro quale Simone Verdi, che nelle ultime due stagioni al Bologna ha segnato 8 gol con il destro e 6 con il sinistro, nonostante tenda ad usare maggiormente quest’ultimo.
Chiesa tira le punizioni dirette allo stesso ritmo con cui le calciava nella passata stagione (0,4 tentativi per 90), altro dato che sottolinea come non sia cambiato nulla o quasi dal punto di vista della sua selezione di tiro. Quest’anno sono stati di più i tiri al termine di azione di contropiede, ma il dato è talmente piccolo (5, comunque più di chiunque altro in squadra) da non essere rilevante, seppur possa in qualche modo dipendere dalla svolta verso uno stile di gioco decisamente più diretto della Fiorentina di Pioli. Un cambiamento tattico che invece si ripercuote in maniera evidente sul numero di passaggi che Chiesa gioca: 26,1 cioè 13 in meno rispetto al 2016/17. Un calo del 33% a livello individuale, quasi doppio rispetto a quello di squadra (17% di passaggi completati in meno).
Dal punto di vista creativo, nonostante il minor coinvolgimento, serve ai compagni 1,7 passaggi chiave ogni 90 minuti. Un dato più che discreto, ma che diventa ottimo per un 20enne con questo minutaggio. Non c’è un marcato incremento rispetto alla passata stagione (1,6) ma va letto come un segnale della sua continuità di rendimento. Interessante come solo 0,3 delle occasioni che crea siano cross, un’azione che Chiesa prova meno che nella passata stagione (3,3 cross per 90 minuti, contro i 4,2 del 2016/2017).
Chiesa tenta 4 dribbling ogni 90 minuti, ovvero 0,5 di media in più rispetto a quando giocava nella Fiorentina di Sousa, segno delle maggiori responsabilità che è chiamato a prendersi in campo. Sono aumentati anche quelli riusciti, da 2,1 a 2,2, ma non c’è stato un incremento dell’efficienza che anzi è passata dal 60% al 55%.
Chiesa sta ancora esplorando i confini del suo potenziale: il cambio di registro imposto da Pioli gli ha permesso di misurarsi con un altro tipo di gioco, che in parte ne esalta alcune qualità, come l’atletismo e la velocità, ma allo stesso tempo fa sì che si affidi completamente al suo istinto, anche in situazioni in cui sarebbe opportuno attendere un istante in più. Il salto di qualità potrebbe essere dietro l’angolo: ha un volume di azione altissimo per un ventenne e basterà incrementare anche di poco l’efficienza, per far crescere la sua produzione offensiva in maniera determinante.
Fonte: SkySport