Serie A, le migliori giocate della 33^ giornata
Da quando è tornato in campo, dopo l’infortunio al legamento crociato che lo ha tenuto lontano quattro mesi, ad Arkadiusz Milik è stato chiesto di salvare l’attacco del Napoli più volte. Anche se non scendeva in campo da titolare dalla prima di campionato, negli scampoli di partita in cui Sarri lo ha schierato è stato essenzialmente per affidarsi a lui, come si fa coi santi o coi capipopolo, per cercare di affilare la punta di una matita che sembrava non sapere più come si scrivesse la parola gol. Le due reti (e quella negata dalla parata strepitosa di Donnarumma a San Siro) sembrano dare ragione a Sarri.
Però i pregi di Milik non stanno, non sono mai stati, nella prolificità: semmai nella sua pragmaticità da realpolitik, un aspetto che è evidente da sempre, almeno da Euro 2016 che è poi dove De Laurentiis se ne è innamorato, e nella versatilità.
Il contributo di Milik alla causa della biodiversità dei centravanti della Serie A, ieri sera, è tutto in questo bel controllo volante di tacco: un gesto tecnicamente apprezzabile, ma ancor di più per come si inserisce armoniosamente nella costruzione della manovra del Napoli, in quel momento non ancora risucchiato dall’ansia di dover recuperare uno svantaggio mortificante per le ambizioni di Scudetto. Zielinski appoggia a Albiol, chiamandolo all’impostazione. Il centrale spagnolo lancia lungo, sulla fascia destra, una porzione di campo in cui Milik, se fosse un prototipo di centravanti poco associativo, non si dovrebbe trovare mai. E invece là compare, per fare di sponda con il tacco, e apre a Zielinski la possibilità di sventagliare su Insigne, mentre Callejón – come da copione – attacca la profondità in attesa del cross.
L’azione finirà con un nulla di fatto, ma vedere Milik muoversi incontro al pallone con tanta grazia riconcilia i napoletani con la consistenza soffice dei sogni ancor di più del momento in cui lo stesso Milik segnerà il gol del momentaneo 3-2.
Fonte: SkySport