Musa dell’Atalanta, che talento: ecco chi è Barrow
Musulmano che non trascura le cinque preghiere giornaliere e predilige la cucina messicana, silenzioso ma sorridente, Musa arrivò a segnare 8 volte nelle ultime tre partite del campionato 2016/17 asfaltando pure la Roma di De Rossi senior. Tredici i gol segnati al primo anno tra campionato e la Viareggio Cup grazie al lavoro di Bonacina, saldo raddoppiato in meno di 30 partite in questa stagione: 7 assist e 8 doppiette, 26 reti totali delle quali 4 riservate nuovamente alla Roma a fine ottobre in un clamoroso 7-1 esterno della squadra di Massimo Brambilla. Una macchina da gol nelle vesti di centravanti, lui che iniziò da trequartista e può destreggiarsi come esterno nel nome della duttilità: rapido e mobile, buoni mezzi tecnici e senso del gol innato. Dovrà irrobustirsi muscolarmente, certo è che l’impatto con il professionismo finora l’ha solo premiato. Particolarmente bruciante nello scatto, dote che in prospettiva richiama un altro attaccante africano come la star gabonese Aubameyang. Inevitabile ipotizzare l’ennesima plusvalenza nelle casse dell’Atalanta, società che come poche valorizza il vivaio e i propri gioielli: i radar di mercato si erano già accesi sul giovane Musa agevolato dalle partenze invernali di Vido e Orsolini tanto da scalare le gerarchie di Gasperini. D’altro canto pare inverosimile come il presidente Percassi possa privarsi a cuor leggero del suo ultimo talento, dieci mesi più giovane di Cutrone e pertanto destinato ad emergere nel rush finale. Sognava di giocare nell’Atalanta dei grandi, seconda casa esportata in Gambia tra amici e famiglia. Chi è già diventato grande è proprio Barrow dalla ribalta nella sua Bergamo.
Fonte: SkySport