Ritrovare un successo che manca ormai da tre turni e riprendere la marcia verso la zona Champions League. Obiettivo chiaro per l’Inter, che in vista della gara in programma a San Siro nel turno infrasettimanale contro il Cagliari punta soltanto alla vittoria per superare, almeno momentaneamente, Roma e Lazio in classifica. Match da non sbagliare per i nerazzurri quello che aprirà il 33^ turno di Serie A, lo sa bene anche Luciano Spalletti, che ha presentato la partita in conferenza stampa.
Che deve fare l’Inter per arrivare in Champions?
“Probabilmente ci eravamo costruiti la possibilità di gestire qualcosa ma con gli ultimi risultati ce lo siamo rigiocati. Restano sei partite, non so quanti punti dovremo fare per la Champions o cosa ci attende in futuro, ma dobbiamo analizzare la situazione partita per partita. L’analisi che ci dà la partita di domani è la vittoria come unico obiettivo. Il fatto che poi si venga da qualche risultato non pieno e da qualche partita dove abbiamo segnato poco non deve far confusione sull’analisi della prestazione, un aspetto in cui siamo a posto al momento. Chiaramente il gol fa la differenza”.
Rafinha adesso è in grado di giocare due partite ravvicinate?
“Per me sta bene, quando si passano lunghi periodi con infortuni e senza giocare, poi serve un po’ di tempo per riprendere il ritmo vero. La valutazione poi viene fatta di giorno in giorno”.
Si è parlato di qualità tecnica del gruppo dopo l’Atalanta.
“Noi siamo un gruppo di qualità, perché questa venga bene fuori bisogna metterci anche qualità caratteriale, qualità fisica, qualità nel saper tenere per un lungo periodo determinati comportamenti e determinate attenzioni. Il mondo è pieno di meteore, la classifica vuole che si faccia bene sempre”.
Perisic e Icardi devono diventare determinanti in questo finale di stagione? Qualche gol in più da Candreva, Rafinha, Brozovic?
“È quello l’obiettivo di crescita continuo, di metterci sempre qualcosa in più individualmente e collettivamente. Per i singoli magari aumentando i gol. Bisogna tirare dei numeri fuori nelle ultime sei partite, riuscendo a trovare qualcosa per fare da traino e non aspettare che qualcuno ci illumini la strada dove andare”.
Ci vorrà un’Inter anche più cattiva?
“Ci siamo già dentro quella che è la richiesta. Il secondo tempo a Bergamo è stato differente rispetto al primo, abbiamo già passato quello step. Fosse stato l’inverso ne avremmo riparlato. Le partite precedenti che l’Inter ha giocato lì non mi sembravano molte diverse da quella che abbiamo giocato. Stavolta, a parte il primo quarto d’ora, siamo riusciti a costruire delle occasioni importanti dove abbiamo sbagliato il gesto tecnico o nell’ultimo passaggio o nella finalizzazione”.
Sarà chiesta maggiore attenzione nel gesto tecnico? Perché non sempre poi arrivano altre possibilità.
“Rafinha non deve essere amareggiato per aver sbagliato un gol, piuttosto per il tiro che ha fatto, perché non è facile fare gol da lì. La squadra in generale, compreso lui, ha fatto buone prestazioni e ha creato opportunità e quindi si diventa più esigenti sulla finalizzazione, sul gesto che può dare la soluzione. Perché poi la preparazione per far gol questa squadra l’ha avuta, non c’è bisogno di tirare fuori un coniglio dal cilindro. Non è distante il passo da fare”.
È più tranquillo con la difesa a 3 o a 4?
“Lo sono in emtrambi i modi, devo soltanto aggiungere qualcosa per creare maggiormente in attacco, con più situazioni pericolose. Non è fondamentale la composizione della difesa”.
La costante è stato non segnare…
“Sono stati diluiti male: chi ha fatti più gol di noi? Solo Juve, Napoli e Lazio. E la Lazio ne ha subiti molti di più però. Quindi qualcosa di buono è stato fatto, se i numeri di gol fatti e subiti sono questi vuol dire che abbiamo un certo equilibrio. È chiaro che andava fatto qualcosa in più”.
Cos’è mancato a Bergamo? È stato per via dell’avversario?
“Ci è mancata una consistenza fisica, che contro certi giocatori non può mancare perché l’Atalanta è stata assemblata così. Poche squadre hanno voglia di vincere il duello individuale così. Quindi andava fatto qualcosa in più in questo senso. Se avessimo tenuto botta avremmo potuto avere più punizioni a favore”.
Che momento è?
“È un momento in cui sappiamo che fare e qual è il nostro obiettivo, dove vogliamo arrivare. I veri numeri si analizzando in fondo, ma noi siamo nelle condizioni di poterli leggere tutti in maniera positiva poi alla fine”.
Come sta Candreva?
“Ha fatto un po’ di possesso palla, forse questo gli ha dato una spinta. Vedremo come andrà nelle prossime ore”.
In questa fase particolare, guarda anche le squadre che la precedono in classifica?
“Le guardo, una di queste tre probabilmente rimane fuori. Poi può darsi che giustamente il Milan rientri dentro, quindi si guarda un po’ tutto ciò che ci sta intorno. Perché se non siamo attenti, può arrivarci la tranvata difficile da reggere poi. Non mi sembra che ci siano molte differenze tra noi e gli altri”.
Karamoh può essere un’opzione in più, da cosa è dipeso che è entrato così tardi?
“È vero, avrei potuto metterlo un po’ prima, vedremo se farlo giocare di ppiù da qui alla fine della stagione. Ci potrà servire”.
Dove ci si deve aspettare le cose positive nelle partite che restano? Nel carattere? La Roma dovrà preparare una partita europea, è presumibile che si perda qualcosa in questo rush?
“La Roma ha il calendario più abbordabile, se si fa una comparazione di classifica degli avversari, loro hanno il più agevole. Poi è chiaro che non si sa mai. Da un punto di vista caratteriale ora mi aspetto davvero di fare un passo in avanti, che si voglia poi andare a far vedere che il momento è adesso o mai più. Poi la vittoria dei giallorossi sul Barcellona ha dato loro molto, e si sono messi nella condizione di giocarsi il proprio futuro. Hanno alzato enormemente il livello di confronto contro qualsiasi avversario”.
Fonte: SkySport