La differenza tra CR7 e Messi? Il modo di reagire
Cristiano Ronaldo o Messi? La più grande rivalità degli ultimi dieci anni assume ogni settimana nuovi contorni, tanto che ormai si può definire come una sfida tra supereroi. Ognuno ha i suoi superpoteri, sta al pubblico scegliere quale preferire: meglio essere salvati dalla forza fisica del portoghese o dalla capacità tecnica della Pulga. Il loro dualismo non si mantiene vivo solo nel campionato spagnolo, ma diventa un dibattito che supera i confini e coinvolge tutti. L’assegnazione del Pallone d’Oro, distribuito cinque volte a testa per entrambi i giocatori, non è bastata a chiarire il grande quesito del secolo, ovvero chi sia più forte tra i due. Probabilmente è una domanda che non riceverà mai una risposta, anche perché la concorrenza tra Ronaldo e Messi continua a migliorare e stimolare loro stessi, desiderosi sempre di non porsi limiti e soprattutto prevalere sull’altro. La loro è una rivalità proiettatasi spesso anche in Nazionale. Non come come confronto diretto, ma come termometro per stabilire la loro reale forza in un contesto diverso da quello del club, fatto di tradizione vincente e grandi campioni.
Questo è uno dei punti che viene contestato all’attaccante blaugrana, incapace finora di portare l’Argentina sul tetto del mondo, con massimo risultato la finale contro la Germania, persa anche per un gol fallito da lui stesso, «una rete che al Barcellona non avrebbe mai sbagliato». Secondo i più critici, Messi non ha mai avuto la giusta personalità e leadership per guidare i compagni alla vittoria del Mondiale, sebbene nelle ultime amichevoli disputate dall’Albiceleste sia sceso negli spogliatoi, nonostante l’indisponibilità a giocare, per caricare i compagni. Diverso invece il discorso per CR7, da sempre considerato molto più trascinatore di lui, in grado di spingere il Portogallo anche da infortunato, anche dalla panchina. Basti ricordare la finale di Euro 2016, dove un problema al ginocchio lo costrinse a uscire dopo appena metà primo tempo e lui, da gran guerriero, rimase a pochi metri dai compagni per non lasciarli senza il loro capitano e diventando una sorta di secondo allenatore insieme al ct Fernando Santos.
Fonte: SkySport