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Diritti tv, per Sky l’ora della verità

ROMA – La guerra dei diritti tv è arrivata ormai ad una svolta: dopo lettere, letteracce, diffide, grottesche cene (saltate) e incontri vari sull’asse Milano-Barcellona, ecco che venerdì l’intermediario indipendente Mediapro renderà noti i suoi pacchetti che rispetteranno le linee guida stabilite dall’Antitrust. Gli spagnoli-cinesi stabiliranno la vendita per fasce orarie (il prossimo anno ci saranno otto “finestre” o slots), senza esclusiva (come avviene in Premier League), privilegiando le Ott (vale a dire il web), oppure potrebbero vendere a parte le partite della squadre più importanti come in Spagna con Real e Barcellona. Non solo: Mediapro vorrebbe stabilire il costo degli abbonamenti, e avrebbe anche spazio con la pubblicità. Se davvero questo sarà il piano, e lo scopriremo presto, ci potrebbero essere seri problemi per Sky. Lo staff della pay tv di Rupert Murdoch da mesi ormai è sul piede di guerra: il responsabile sport, Raynaud è stato dirottato in Germania proprio durante il periodo caldo della trattative, ora a trattare in prima persona sono l’ad Andrea Zappia, Riccardo Pugnalin e Matteo Mammì. Zappia si è incontrato per la prima volta coi dirigenti di Mediapro, ma tutto dipende ormai dai pacchetti. Sky è pronta ad offrire 650 milioni all’anno, forse qualcosina di più ma vuole l’esclusiva per prodotto e non più per piattaforma. Che succederà se non lo avrà? Farà un passo indietro? Sky non può fare a meno del campionato di serie A: è quello che garantisce i maggiori abbonamenti. Ci sono stati due bandi, sinora: secondo Lega e Infront, che è l’advisor, Sky aveva l’occasione di chiudere la partita, ma si sarebbe comportata in maniera “arrogante”. Non solo: ha fatto anche un’offerta sul web, cosa che non è stata affatto gradita in Lega. Ma ora siamo a questo punto, cruciale. Fonte: Repubblica.it

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