Era evidente che fossero fatti l’una per l’altro, già dal primissimo incontro, sul finire del 1946: Maria Irene “sbandierò” la sua passione per i canti degli alpini, andando dritta al cuore di quell’ufficiale delle “Penne Nere” sopravvissuto alla Campagna di Russia e medaglia d’argento al valor militare. Milanese, cresciuta in una famiglia borghese e di ideali profondamente monarchici, la ragazza gli confidò di amare anche lo sport, ma di preferire il tennis e lo sci al calcio, per cui Peppino aveva mostrato grande interesse. Fu così che, forse per non deludere le aspettative di quel giovanissimo ma già brillante avvocato, pensando di fargli una gentilezza, di compiacerlo, rispose che sì, in effetti una simpatia per una squadra ce l’aveva: la Juventus. “Coosaa? Ma perché?!”. “Perché è la squadra del nostro Re”. “Ah sì, allora devo dirti che io tifo Inter e ho votato Repubblica!”. Il 10 novembre del 1948 Peppino e Maria Irene – per tutti Lalla – si giurarono amore eterno nella Chiesa di Santa Francesca Romana, a Milano. Ma Peppino non le risparmierà il suo sarcasmo, “dedicandole” – tra le altre – una di quelle battute rimaste nella leggenda: “Un giorno mi hanno chiesto se mio figlio Luigi tifasse per il Milan. Ho risposto: «Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io sono scuro e con gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato per il Milan, avrei chiesto la prova del sangue, perché, a quel punto, non mi sarei fidato nemmeno di mia moglie…».
Fonte: SkySport