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Tottenham, Alli: “I giochi non sono chiusi”

E’ uno dei protagonisti annunciati della gara di Wembley controlla Juventus; insieme a Kane, Dele Alli vuole conquistarsi la scena nella grande sfida degli ottavi di finale contro i bianconeri e portare così il suo Tottenham ai quarti. L’attaccante inglese, però sa che non sarà semplice eliminare dalla competizione i finalisti della stagione scorsa, nonostante il 2-2 conquistato all’andata all’Allianz Stadium. Così il giocatore di Pochettino ha parlato alla UEFA, raccontando le sue sensazioni a poche ore dalla sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League: “A Torino, nei primi 10 o 20 minuti, la Juve ha fatto vedere ciò di cui è capace – ha ricordato Delle Alli – poi siamo stati noi a mostrare il nostro valore. Trovarsi subito sotto di due gol non è stato piacevole, ma essere riusciti a rimontare in casa loro rappresenta un grande traguardo per noi. Ora partiamo da un’ottima posizione ma questo non significa che i giochi siano chiusi. So che i nostri avversari hanno tanta qualità e che possono rendersi pericolosi in qualsiasi momento. Questa è una caratteristica della Champions League, ci sono squadre che sono pericolose anche quando il pallone tra i piedi ce l’hai tu; perciò sarà fondamentale non farci prendere la mano”.

Kane straordinario, un piacere giocare per lui

Come fare per riuscire a dominare la Juventus? “Se faremo possesso palla, dovremo essere bravi ad accorciare in fretta e a rimanere sempre concentrati – continua l’attaccante – avremo ben chiaro in testa il piano tattico al momento del fischio di inizio e faremo tutto ciò che è in nostro potere per vincere la partita. Questo è l’obiettivo. Kane? È un giocatore davvero incredibile ed è bello avere uno come lui in squadra. La gente rimane a bocca aperta per tutti i record che sta battendo, ma la cosa davvero straordinaria è la sua fame. Il suo atteggiamento in campo è straordinario ed è bello sapere di poter giocare alle spalle di qualcuno che nei momenti caldi ha bisogno solo di un tuo passaggio per esaltarsi. Io penso da numero 10 e mi piace mettermi a servizio dell’attaccante. Molto dipende anche da come si schierano gli avversari perché se vengo marcato a uomo o se ho spazio per giocare fra le linee è diverso. In ogni caso ciò a cui punto è incidere sulla partita, mettere l’attaccante nelle condizioni di poter segnare. Provo a fare in modo che i difensori avversari abbiano anche qualcun altro di cui preoccuparsi oltre al centravanti”.

Fonte: SkySport

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