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Serie A, le migliori giocate della 26^ giornata

Alle temperature polari di classifica in cui versa il Benevento praticamente da sempre quest’anno, l’assideramento è inevitabile. È solo questione di attendere il momento in cui l’ineluttabilità diventerà conclamata. Nell’attesa, con l’orgoglio di chi crede nei suoi mezzi e si tiene in movimento costante per evitare che gli si ghiacci il sangue nelle vene, il Benevento si sta rifiutando di firmare la resa incondizionata e sta anzi mettendo in mostra, specie nelle ultime giornate in cui ha affrontato alcune tra le migliori squadre del campionato – il Napoli, la Roma e da ultima l’Inter – una manovra di gioco ben organizzata, e interessanti individualità. Continua a perdere, ma non si può chiedere troppo.

In questo ambiente ostico di nevi perenni c’è chi si disimpegna con l’esperienza di chi ha calcato le migliori piste sciistiche d’Europa, tipo Sandro o Sagna, e chi snocciola l’estro incosciente dei ragazzini che si mettono una busta di plastica sotto al sedere per scivolare in discesa: il sistema d’attacco fluido di De Zerbi sta facilitando soprattutto l’esaltazione delle doti tecniche di Guilherme, e di Enrico Brignola.

Il diciottenne dei sanniti è forse la rivelazione più inaspettata di quest’ultimo scorcio di stagione: baricentro basso, corsa a mulinello, Brignola è quel tipo di giocatore scattoso, fascio di nervi, sempre in procinto di fare qualcosa di imprevedibile.

A San Siro, nei venti minuti a cavallo dei due tempi in cui il Benevento ha messo in serissima difficoltà l’Inter, si è messo in mostra con due spunti che tradiscono una personalità inattesa. Al trentasettesimo ha ricevuto un pallone tra le linee con uno stop morbido d’esterno sinistro; poi si è allargato sull’out sinistro e, apparentemente chiuso da Joao Cancelo e dal raddoppio di Ranocchia, ha trovato l’unico pertugio in cui era possibile infilarsi, affondando sulla fascia con un’accelerazione da motorino con la valvola del gas spalancata, per poi mettere al centro un cross teso sul quale Duricic è arrivato in ritardo.

A inizio secondo tempo, invece, una manciata di minuti prima che Skriniar inclinasse la partita a favore dei nerazzurri, all’altezza della sua trequarti si è accartocciato col corpo per difendere un pallone dalla pressione di D’Ambrosio: una volta liberato, tenendosi in equilibrio come se stesse camminando su una lastra di ghiaccio, ha stretto verso il centro del campo per innescare, con un bel mancino filtrante, l’incursione di Coda. È stata l’ultima occasione che ha avuto il Benevento di portarsi in vantaggio: una giocata che scalda come una cioccolata bollente al rifugio in una giornata sfortunata sulle piste.  

Fonte: SkySport

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