Sicuri che sia lui?
Mazzarri inizia a stupire contro il Bologna: non tanto per il 3-0 nel giorno della Befana, quanto per il modulo con cui schiera la squadra. Noto come “mister 3-5-2” e con gli esterni che nelle sue squadre sono abituati ad arare le fasce, il nuovo Mazzarri rientrato dopo l’esperienza inglese al Watford è ripartito dal 4-3-3 del suo predecessore: Baselli, Rincon e Obi in mediana, immutata nelle tre gare casalinghe che, come detto, hanno portato altrettanti successi (tanti quanti nelle 16 gare precedenti), 0 gol subiti e, ovviamente, tanti sorrisi nell’ambiente. In attacco, fiducia a Niang nel ruolo di punta centrale (ripagata da 2 gol), aspettando il rientro di Belotti che si è ripreso il suo posto proprio nell’ultima gara. Nascono così il 3-0 al Bologna, il 3-0 al Benevento e il 2-0 all’Udinese, tra i quali si incastrano gli 1-1 contro Sassuolo e Sampdoria, ottenuti invece partendo con il 4-3-2-1. Solo a sprazzi, finora, è riemerso il buon vecchio Mazzarri, che nel momento del bisogno è tornato al fidato 3-5-2. È capitato a Reggio Emilia, quando il Sassuolo dopo aver trovato il pareggio ha iniziato a premere con insistenza (e allora meglio cautelarsi), è successo di nuovo nel finale contro l’Udinese, quando invece c’era da difendere la vittoria.
Ecco dunque il dilemma: perché dalla Juve ci si deve difendere e affrontandola con il 4-3-3, poco più di un mese fa, Sinisa finì ko; ma è anche vero che il “nuovo” 4-3-3 mazzarriano, fatto di equilibri che evidentemente prima non si trovavano, sembra essere diventato il modulo di riferimento per le partite in casa, dove la porta è sempre rimasta chiusa.
Fonte: SkySport