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Giaccherini vs Sarri: “Non sa gestire le riserve”

Giack (classe 1985) ha ancora voglia di giocare. Per questo, a gennaio, ha chiesto di essere ceduto per tornare in campo, alla domenica. Lo fa già nel Chievo, non lo faceva più nel Napoli, dove il feeling con Sarri non è mai nato. “Perché giocavo così poco? L’unica spiegazione è l’infortunio iniziale che mi impedì di far vedere a Sarri che sono una mezzala: restai fuori due mesi per uno strappo e nel frattempo arrivarono Zielinski e Rog. Così Sarri mi mise esterno, un ruolo che non faccio bene: per lui ero il vice Callejon. È stato un disguido tattico. Ho provato a dimostrare di poter comunque essere utile al Napoli, ma lui ormai aveva questa visione di me. In campionato ho fatto una sola gara da titolare e ho anche segnato. Ma non mi sono mai permesso di chiedergli perché non giocassi mai”. Lo sfogo di Giaccherini sulla Gazzetta dello Sport.

Ma non è finita qui. L’ex azzurro parla dell’allenatore più celebrato dell’anno, svelandone un difetto: “In campo è bravissimo, ma ha questo problema di rapporto con le riserve. Quando alleni una grande squadra devi saper gestire bene il gruppo e sotto questo punto di vista Sarri difetta. Per lui esistono 14 o 15 giocatori, ma se hai le coppe e vuoi vincere il campionato hai bisogno della rosa intera. Ed è giusto far sentire tutti importanti. Io a Napoli non mi sono mai sentito importante”.

Al Conte ct, il centrocampista deve molto. “Conte e Sarri, entrambi predicano il recupero immediato della palla, il pressing alto, il gioco propositivo. La differenza principale riguarda la gestione: per Conte sono tutti importanti e nessuno indispensabile, per Sarri ci sono undici indispensabili e gli altri vengono dopo”.

A proposito di Conte e dell’Europeo 2016. Ai quarti con la Germania, Giaccherini trasformò il sesto rigore, ma c’è un ricordo particolare: “Io c’ero io nella lista! Che rimpianto. A centrocampo Conte detta l’elenco: primo Insigne, secondo Zaza, terzo Barzagli, quarto Giak, quinto Bonucci. Interviene Pellè: “Il quarto è mio”. Io insisto: “Tranquillo”. Ma lui non molla: “Calcio io, calcio io”. Conte mi guarda e allora dico: “Ok, sei carico, va bene”. E scalo al sesto posto. Ci penso spesso”.

Fonte: SkySport

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