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Bernardeschi, così Firenze ha accolto gli ex idoli

La maglia di Rui Costa, lo striscione per Bati. E Chiesa…

Più o meno la stessa accoglienza ricca d’amore che avrebbero riservato qualche mese dopo a Manuel Rui Costa, passato per una vagonata di miliardi al Milan, e ripresentatosi a Firenze senza giocare: era infortunato. Più che la partita, si ricorda la passerella del portoghese sotto la curva assediato da telecamere e fotografi. Non si vergognò di mettersi al collo una sciarpa viola e di sventolare la sua vecchia maglia numero 10, lui che dopo l’addio di Batistuta era pure stato capitano. Quelle 277 partite, e quei 49 gol, a Firenze li ricordano ancora con una sola parola: “Grazie”. L’anno prima, al Franchi, avevano dovuto sopportare anche il più doloroso dei ritorni: Batigol in maglia giallorossa nello stadio che l’aveva consacrato a Re Leone. Dopo il gol e le lacrime dell’andata a Roma, “dai tifosi viola – disse Batistuta – accetterò qualsiasi accoglienza. Firenze continua ad essere la mia casa. Se mi chiameranno, andrò sotto la loro curva come ho fatto all’Olimpico”. Per lui furono fischi, parecchi, misti a tanti applausi e a uno striscione: “Bati, grazie per 9 anni di vita”. Ma i tifosi fiorentini forse firmerebbero per rivivere una serata con la trama di quel pomeriggio, quando l’ex idolo di casa fu oscurato da una doppietta del nuovo beniamino. Chi? Enrico Chiesa, il papà di Federico.

Fonte: SkySport

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