Simone Inzaghi va all’attacco. Quello che gli è sempre riuscito piuttosto bene in carriera. Per ruolo da giocatore prima, da indole come allenatore poi. Così si spiega il pugno duro nei confronti di Felipe Anderson, punito per gli atteggiamenti delle ultime settimane e in castigo per Napoli e forse non solo, così si può motivare il cambio di strategia nelle scelte di campo. Già dalla trasferta del San Paolo. Il segnale è doppio. Niente sconti: chi sbaglia paga. Felipe oggi come Keita e Hoedt nella passata sragione. Chi si lamenta finisce in punizione. La gestione del gruppo è uno dei punti di forza dell’allenatore. Che fin qui ha dato a tutti un’occasione. Eppure il turnover quasi scientifico per durare a lungo su tutti i fronti non sempre ha pagato. Ecco perchè a Napoli si torna all’antico.
Si torna ai titolari o meglio quelli più utilizzati da Inzaghi. Senza calcoli o pressioni più o meno velate. Torna la Lazio filastrocca, quella dello stesso 11 quasi da imparare a memoria schierata nel periodo d’oro tra ottobre e Novembre. Forse con un’unica eccezione sul centrale di destra in difesa ma la sostanza non cambia. Senza ballottaggi o pretattica. Luis Alberto e Immobile davanti, tandem da 27 gol e 14 assist, il ritorno di Lulic e Milinkovic a centrocampo. La Lazio degli insostituibili dunque. Che da Napoli in poi torneranno ad essere tali.
Fonte: SkySport