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Diritti tv, come cambia la A: il Napoli può “rubare” 30 milioni alla Juve

La cessione dei diritti tv a Mediapro è già ufficiale, la valutazione dell’Antitrust deve ancora arrivare. Nell’attesa, è possibile valutare che impatto avranno le nuove cifre e le nuove norme sulla ripartizione dei proventi da diritti tv in Serie A. Ci hanno provato i colleghi di calciofinanza.it, con un confrontro fra una previsione per la stagione in corso e le stime per il triennio successivo. Complice il nuovo contratto con Mediapro, appunto, ma anche le modifiche alla Legge Melandri.
La torta da dividere, nel complesso, sarà di 1,2 miliardi di euro. Cifra che si ottiene partendo da 1,42 miliardi di euro annui, a cui vanno sottratte le commissioni per Infront e altre cifre per mutualità, paracadute e premi vari. 1,2 miliardi annui, contro i 924 milioni attuali. Da ripartire in modo diverso: con le nuove norme la parte comune salirà al 50% del totale (dall’attuale 40%). Meno spazio a tifosi (dal 30 al 20%), storia (dal 10 al 5%) e risultati degli ultimi cinque anni (dal 15 al 10%). Aumenterà, invece, il peso dell’ultimo campionato (dal 5 al 15%). Norme che avvicineranno molto le società.
Finisse così il campionato (in basso trovate i tweet del portale specializzato), con l’attuale ripartizione la Juventus incasserebbe infatti 107,3 milioni di euro. Più di 30 del Milan (79), addirittura oltre quaranta in più del Napoli primo (ma fermo a 66,7). Cinque volte le quote di SPAL (25,5 milioni) Crotone (24,9) e Benevento (24,2). Con la nuova ripartizione (da considerare però che al momento non sono ancora noti i criteri per calcolare la componente “tifosi”) bianconeri sempre primi con 91 milioni, ma molto più vicina all’Inter (87,4 milioni) e Napoli (83,3). Soprattutto, salirebbero di molto le quote di Crotone (41,5 milioni), SPAL (38,1) e Benevento (36,5).

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