La scena, nonostante la vittoria del Psg per 4-2 (a segno anche Javier Pastore), se l’è presa un attaccante del Guingamp. Punta sì, ma col DNA del difensore. I geni da calciatore sono gli stessi di papà: da Lilian a Marcus Thuram, una generazione dopo. Il padre impediva agli avversari di avvicinarsi alla porta, il figlio sgomita per provare a buttarla dentro. Con l’Italia nel cuore e sulla carta d’identità: Parma, 6 agosto 1997. 20 anni compiuti la scorsa estate, Bel Paese assaggiato nelle due città del papà. Prima in gialloblu, poi a Torino alla Juventus, guadagnandosi sul campo il rispetto che si concede ai grandi giocatori. I primi calci al pallone proprio lì, prima sotto il Monumento alla Vittoria e poi all’ombra della Mole Antonelliana, con la voglia di imitare la carriera di papà. Vent’anni dopo, Marcus si guadagna l’interesse dell’Italia segnando ai più forti d’oltralpe. Coppa di Francia, Parco dei Principi. Sul 2-0 per il Psg, rigore per il suo Guingamp: dal dischetto va Thuram e segna, spiazzando Trapp e trovando così la prima rete nella competizione. Due, invece, quelle segnate in Ligue 1, a Lione e Sochaux. Perché gol, ora, fa rima con Thuram. Marcus Thuram, che insegue il sogno della carriera del papà, anche se il ruolo è esattamente l’opposto e il Psg, alla fine, si porta a casa la qualificazione agli ottavi di finale con il punteggio di 4-2.
Fonte: Sky