Asse Agnelli-Cairo contro Lotito. Lega di A, a.d. un avvocato spagnolo?
ROMA – L’alleanza Juventus-Torino ha fermato la corsa di Claudio Lotito. Rivali storici sul campo, i due club torinesi guidati da Andrea Agnelli e Urbano Cairo, si sono messi a capo delle società riformiste. Famosi ormai gli scontri verbali in Lega fra Beppe Marotta, ad del club bianconero e il patron di Lazio e Salernitana. Ma adesso di rinforzo alla Juve e ai club “riformisti” (fra cui molto attive anche la Roma e il Bologna), si è aggiunto Cairo che ha idee chiare e energia sufficiente per dare battaglia contro chiunque. Così Lotito non si è potuto candidare alla guida della Figc. E’ stato stoppato nella notte. Gli sarebbe servito l’appoggio di 11 club di serie A, poco più della metà, per sfidare Gravina, Tommasi e Sibilia ma si è sfilato anche il Benevento e così Lotito si è fermato a quota 10: oltre alla sua Lazio, si erano schierati con lui, alcuni peraltro poco convinti (vedi De Laurentiis e Ferrero…), Milan, Verona, Udinese, Samp, Atalanta, Crotone, Napoli, Genoa e Chievo. Stupisce soprattutto la Samp di “Viperetta” Massimo Ferrero che alla guida della Lega maggiore voleva addirittura Valter Veltroni, non certo vicino, come idee e schieramento politico, al leader della Lazio e che ha con il suo avvocato Antonio Romei uno dei maggiori interpreti della voglia di cambiamento..
Sabato, in occasione dell’assemblea della Lega Dilettanti, Lotito aveva detto ai giornalisti: “Ci sono dodici società che vogliono candidarmi. Non ci credete? Ho le firme in macchina…”. Poi, naturalmente, non aveva fatto vedere a nessuno quelle firme (che non c’erano). Era convinto che anche una buona parte della B si sarebbe schierata con lui: non è stato così, su 22 club i sì erano al massimo dieci. Massimo Cellino, patron del Brescia, gli ha negato il suo appoggio. Lotito è riuscito nell’impresa di spaccare in due serie A e serie B: ora si dovrà ricostruire e non sarà affatto semplice. La Lega cadetta del neopresidente Balata, legato a Tavecchio, non si è mai espressa: ma ha pur sempre il 5 per cento dei voti e prima o poi anche Balata dovrà fare sapere come la pensa. Mentre Preziosi, patron del Genoa, pur essendo stato fra i fedelissimi di Lotito, adesso è convinto che Sibilia possa spuntarla.
Presentati anche i programmi: molto articolato e innovativo quello di Gabriele Gravina, dirigente di lungo corso. Ma anche Sibilia e Tommasi si rendono conto che sia necessaria una sterzata robusta, i casi di Modena e Vicenza, società storiche, sono lì a dimostrarlo. Gravina può tentare una convergenza con calciatori e allenatori? Non è semplice, molti club di C sono in crisi, vengono messi in mora dai loro giocatori e tecnici. Ma in politica si sa che l’impossibile non esiste. Sibilia parte favorito, grazie al 34 per cento della sua Dilettanti: ma non basta. Il senatore di Forza Italia domani, martedì, sarà a Roma: è pronto ad iniziare i colloqui con tutti. Nessuna pregiudiziale. “Sibilia e Gravina dovrebbero essere i favoriti nella corsa alla presidenza della Federcalcio, per il semplice fatto che Tommasi – pur essendo una persona di grande qualità – ha difficoltà a far transitare un messaggio per cui il presidente dell’Assocalciatori ha il consenso da parte delle società. Non è un problema di qualità della persona, ma di scenari e di interpretazione di quello che è il mondo del calcio oggi”. Così l’ex presidente della Figc, Giancarlo Abete: “Lotito è una persona di grande qualità dal punto di vista imprenditoriale e sportivo ma certamente non è un uomo che rappresenta l’unità di un sistema né rappresenta la dimensione istituzionale”, aggiunge Abete. “Quello che è accaduto si è visto negli ultimi 3 giorni, Lotito ha posizionato la A in un confronto con le componenti e di fatto ha determinato una spaccatura della A e della B, allontanato i punti di equilibrio della A e mettendo di nuovo in discussione i punti di equilibrio faticosamente raggiunti dalla B. Pensare di governare il sistema nell’ottica ‘o con me o contro di me’, non è una modalità vincete nel mondo del calcio, anche perché i pesi in consiglio federale sono già precostituiti, è un sistema complesso che richiede la capacità partecipativa di tutte le componenti” ha concluso Abete che quando era presidente Figc riusciva a tenere a bada il “consigliere” Lotito. Che farà adesso il grande sconfitto di ieri? La Lega di A si ritrova il 22 gennaio, lunedì prossimo: il patron laziale punta ad un ruolo apicale in Figc, magari il vicepresidente vicario. In cambio può offrire un pacchetto di dieci club. Ma la Lega dovrà votare i due consiglieri federali, e non è detto che stavolta Lotito riesca a spuntarla. Lo sa, per questo è preoccupato. Intanto per la presidenza della Lega potrebbe spuntare un nome nuovo mentre Urbano Cairo ha incontrato in segreto Javier Tebas, presidente della Liga di Spagna. Il patron del Toro punta per il ruolo di amministratore delegato della Lega di serie A su un avvocato spagnolo che gli è stato consigliato dallo stesso Tebas. D’altronde Cairo ha sempre detto, anche ultimamente, che il nostro campionato è sottovalutato e ha grandi prospettive di sviluppo. Perché non imparare allora da chi è più bravo di noi?
Fonte: Repubblica.it