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Roberto Inglese sarebbe pronto per il Napoli?

Precedenti poco confortanti

Mentre Inglese è stato strappato al volo, nel Black Friday del nostro calciomercato, Pavoletti era stato a lungo cercato dal Napoli per riempire il ruolo di attaccante di riserva, proprio su impulso di Sarri, come è ragionevole credere. In estate l’accordo non si chiuse, ma l’acquisto fu formalizzato in anticipo sull’apertura del mercato invernale, perché fosse arruolabile da subito. Pavoletti arrivò a Castelvolturno il 30 dicembre per iniziare gli allenamenti, e qualche giorno dopo esordì contro lo Spezia in Coppa Italia.

Nonostante il credito di fiducia, alimentato dall’investimento vicino ai 18 milioni, fu sufficiente un mese perché Pavoletti sparisse dalle rotazioni. Prima i postumi di una distorsione al ginocchio che si trascinava dal Genoa, poi il ritardo di condizione, quindi una breve serie di prestazioni infelici ed errori clamorosi. Alla fine del campionato aveva collezionato 194 minuti: 6 presenze, di cui soltanto 2 da titolare, e nessuna per tutti i novanta minuti.

In estate appariva già evidente come Sarri non volesse averci più niente a che fare («dipende da Pavoletti e dipende da me. Ma forse dipende più da lui. Se arriverà a giocare meglio dei titolari allora giocherà lui, stop»), mentre Pavoletti iniziava a traslocare in direzione Cagliari e a lasciarsi alle spalle quei sei mesi senza rancori («ma sì, lì ero un po’ un pesce fuor d’acqua: tempi di gioco, velocità e forse tecnica non per me, non era il gioco per valorizzare le mie caratteristiche»).

È finita male con Pavoletti, che Sarri aveva indicato e poi approvato al netto della spesa considerevole, ed è inevitabilmente finita malissimo con due attaccanti scelti durante la gestione Benítez. Duván Zapata ha sbattuto la porta commentando: «Con Sarri non mi sono mai allenato. Faceva quello che gli aveva chiesto la società, emarginarmi». Gabbiadini si è spinto fino a: «Con Sarri non è mai scoccata la scintilla. Per me la sincerità e i rapporti umani vengono prima di qualsiasi altra cosa. Mi piacciono le persone che ti dicono le cose in faccia».

Raccogliendo dichiarazioni rilasciate in momenti diversi da esuli del Napoli di Sarri, alcuni argomenti ritornano ricorrenti, in questo caso pronunciati ancora da Gabbiadini: «C’è una linea ben marcata tra titolari e riserve», «Chi resta fuori alla lunga non può essere contento». Sarri gioca a motivare le sue riserve sul filo tra scherno e provocazione, chiede loro di dimostrarsi più forti dei titolari, fino al punto in cui queste chiedono di poterlo dimostrare in altre piazze.

Fonte: SkySport

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