Mou-Conte, che teatrino: e se fossero d’accordo?
Riassunto delle puntate precedenti: “Non si esulta così, umiliazione per noi” (attacco di Mou travestito da lezione di stile dopo un 4-0 accolto con troppa enfasi da Conte), “Non faremo la fine del Chelsea di Mourinho” (risposta di Conte a pungere l’ego del portoghese), “Non voglio perdere i capelli parlando di lui” (malizioso contrattacco andando sul personale), “Mourinho passa un sacco di tempo a pensare al Chelsea” (frecciata dritta al cuore).
Una escalation, prima di arrivare allo stucchevole palleggio dell’ultima settimana, in cui gli ultimi due colpi in particolare sono quelli meglio assestati, veri rivelatori delle due personalità. Studiati per fare male, per colpire lì dove più brucia: Mou lo fa ironizzando sui capelli, tema a cui il nemico è sensibile, Conte va sul sentimento, nervo scoperto di José che ambisce a essere ricordato come il miglior amante mai avuto in ogni posto in cui ha piazzato la sua bandierina: se il Chelsea fosse una ragazza, quella di Conte sarebbe la frase perfetta per far imbestialire l’ex.
Di certo entrambi non si mordono mai la lingua, realizzano il sogno di chi vorrebbe parlare in questo modo con il proprio nemico giurato o il capo al lavoro, ma poi per convenienza evita di farlo, con il risultato di ritrovarsi con un fegato così. Troppo simili, e forse è per quello che si scornano. O magari – noi ci riproviamo – stanno solo recitando un copione: risulterebbe persino perdonabile se scoprissimo che è così. Conte e Mourinho sono grandi amici accomunati dalla rivalità con Guardiola e chiedono soltanto un po’ di attenzione. Non sarebbe bellissimo?
«Ehi José»
«Sì, Antonio»
«Dici che dovremmo raccontare la verità?»
«Scherzi? E poi chi lo sente Guardiola? Già lo immagino farci la morale…»
«Hai ragione. Come sei saggio…»
Fine. Tituli di coda.
Fonte: Sky