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Koulibaly: “Vogliamo fare la storia. Sarri…”

Un Koulibaly a cuore aperto. Che parla di obiettivi e sogni da inseguire sul campo, ma anche di tematiche più importanti e delicate, come quella del razzismo. Il difensore del Napoli è stato protagonista di un forum presso la redazione del Mattino, ecco le sue parole più significative. A partire dal rapporto con Sarri: “Diceva che ascoltandolo sarei diventato un difensore da Barcellona? So solo che con lui e il suo staff sono cresciuto molto, mi hanno spiegato i difetti che avevo, parlandomi tanto. E’ stato anche difficile, ma per crescere le critiche bisogna ascoltarle. E loro sono stati rispettosi e lo hanno fatto per farmi diventare un grande giocatore. Per m è importante anche la presenza di Albiol al mio fianco: oggi sono un altro calciatore”. Pronto a scrivere la storia con il Napoli: “Il portiere del mio palazzo mi ha fatto vedere il video con i festeggiamenti per il primo scudetto e mi ha spiegato che se vinceremo quest’anno, quello sarà solo l’1 per cento di quello che succederà in città. Noi siamo rimasti per fare la storia del Napoli”.

Il rapporto con Napoli e il tema del razzismo

“L’attaccante più difficile da affrontare è Higuain – prosegue Koulibaly – perché essendosi allenato con noi conosce i nostri schemi e i nostri punti deboli”. Il discorso poi si sposta fuori dal campo: “Ricordo la reazione dei tifosi del Napoli dopo gli ululati dell’Olimpico contro la Lazio, mi emozionai tanto nel vedere così tante persone indossare la mia maschera. I cori contro i napoletani mi feriscono come se fossero contro la gente di colore. I miei idoli sono Malcom X e Nelson Mandela, mi hanno insegnato molto. Idoli nel calcio? Thruam e Vieira, perché hanno avuto un ruolo nella società che andava oltre il calcio. Non deve esistere differenza tra le persone e devo dire che a Napoli mi hanno accolto benissimo, sembra di vivere qui da tanti tanti anni. Me ne avevano parlato male, e invece…”. Infine Koulibaly svela un retroscena sul suo arrivo: “Quando Benitez mi chiamò per dirmi che mi voleva pensai a uno scherzo e attaccai il telefono. Poi mi chiamò il mio agente, dicendomi che era tutto vero. Così richiamai Benitez: gli chiesi scusa…”

Fonte: SkySport

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