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Napoli-Juve, Marek Hamsik alza la cresta: i bianconeri le sue vittime preferite. E quel no di 2 anni fa…

Quante volte, Marek? E mentre sfila un’altra vigilia, sorridendo di sé, di quella centoquindicesima rete ch’è diventata l’ossessione per chiunque («ma a me non pesa per niente, ci pensano più gli altri che io stesso»), Napoli-Juventus diventa (praticamente) il poster d’una vita, la sua, l’anello di congiunzione tra una gioia e l’altra, il senso pieno d’una felicità goduta e riassaporata ripensandoci: ventinove partite («Partite», la maiuscola please), come contro nessun’altra, e fotogrammi che restano impressi scolpiti nella memoria e rappresentano patrimonio personale ch’è stato più volte esposto (dialetticamente) al pubblico: «Forse il gol più bello resta quello al Milan, i settanta metri palla al piede, ma quello in casa della Juventus, quando vincemmo 3-2 a Torino….». C’è un calcio che sa d’altro, d’elite, di magìa, d’un fascino e d’una fascinazione che (probabilmente) soltanto Napoli-Juventus (o viceversa) esprime compiuprima coppa Italia, chiusa con un 2-0 con vista Marekiaro.

GRADISCE. La Juventus è un richiamo, è prestigio che scuote, e le undici vittorie (dodici con Bologna, Chievo e Fiorentina) ribadiscono la convinzione che pure per lui, come per chiunque, questa sia diventata «la Partita», un’ora e mezza in cui c’è concentrata la voglia di spendere tutto, anche di più, per regalarsi una serata speciale.
NO, GRAZIE. Ma ci sarebbe materia per perdersi in un romanzo e sfogliarlo per intero: perché Napoli-Juventus arriva due anni dopo il «no, grazie» con cui Hamsik evitò di far decollare una trattativa che Marotta avrebbe volentieri aperto e che con garbo tentò di avviare attraverso una normale perlustrazione: De Laurentiis si irrigidì subito (come con il Milan, come con l’Inter) e al resto provvide il «capitano», optando per la scelta di vita.

LUI E ALLEGRI. E’ un nottata in cui il calcio viaggerà altissimo, nella consistenza di talenti che si confrontano nell’ammirazione, in una s­ da che Hamsik consumerà sapendo d’avere occhi (anche tatticamente) puntati addosso da Allegri, che l’avrebbe voluto con sé anche al Milan, mica solo alla Juventus. E sarà football stellare, proiezione (proiezione!) tricolore, come sussurrato al Gran Galà dell’Aic: «La Juventus è favorita perché viene da sei scudetti di seguito, ma noi vogliamo provarci e io voglio vincere qualcosa d’importante qua a Napoli». Indovinate cosa…

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