CAGLIARI – Dalla Serie C a San Siro, per sfidare niente meno che l’Inter di Luciano Spalletti. Continua la favola del Pordenone in Coppa Italia: i friulani, squadra che milita nel girone B del campionato di Serie C, battono per 2-1 il Cagliari alla Sardegna Arena nel match valido per il quarto turno eliminatorio e si regalano gli ottavi di finale il 12 dicembre a Milano contro i nerazzurri. Steccano invece i rossoblù, così eliminati dalla competizione.
NON BASTA DESSENA AL CAGLIARI, PORDENONE AGLI OTTAVI – La gara si mette subito in salita per gli uomini di Diego Lopez, che cambia nove giocatori su 11 rispetto al match di sabato con l’Inter, con le sole conferme di Romagna e Joao Pedro (sostituito dopo un tempo da Giannetti). Squadra molle in avvio e i neroverdi, schierati da Leonardo Colucci (compagno di squadra proprio dell’uruguiano nel Cagliari stagione 2006/07) con un 4-3-2-1, ne approfittano già al 7′: gran tiro di Sainz Maza che dai 25 metri sorprende Crosta. Il Pordenone si gioca la partita della vita, ma il vantaggio dura poco. Al 18′ arriva il pari dei rossoblù: preciso assist di Farias per Dessena che, scattato sul filo del fuorigioco, insacca di sinistro beffando Perilli in uscita. Ma per il Cagliari è un fuoco di paglia: giocano meglio i “ramarri” che nella ripresa ritrovano il meritato vantaggio, al minuto 17′. Angolo di Burrai (prodotto del vivaio del Cagliari) e Bassoli svetta più in alto di tutti e batte Crosta. Non basta nel finale il disperato forcing dei sardi: a parte un gol annullato in fuorigioco a Deiola, il Cagliari non è mai pericoloso e al 90′ il Pordenone può far festa, pensando al “Meazza”.
BASSOLI: “UN SOGNO CHE SI REALIZZA” – “E’ un sogno che si è realizzato, andare a San Siro era l’ambizione di tutti, ci andiamo nonostante le due categorie di differenza. Abbiamo messo in campo tutta la fame e la forza che abbiamo e per noi è una grande gioia”. Così il difensore del Pordenone, Alessandro Bassoli, dopo l’impresa compiuta ai danni del Cagliari di Diego Lopez. “Abbiamo giocato con tutta la voglia che avevamo e siamo riusciti a passare il turno – ha spiegato ai microfoni di Rai Sport Bassoli, autore del gol qualificazione -. Abbiamo affrontato bene la partita, sapevamo che potevamo giocarcela, poi si può vincere o perdere ma è andata bene e siamo felicissimi”.
LA GIOIA DI COLUCCI: “I MIEI RAGAZZI SI MERITANO SAN SIRO” – “Complimenti ai ragazzi che hanno fatto una grandissima partita – le prime parole di Leonardo Colucci, dedicate ai suoi giocatori – I miei ragazzi meritano di andare a San Siro, finora sono stati lì solo in tribuna. Sono felice per la proprietà, per la gente di Pordenone, entrare nella storia è sempre bello. Berrettoni? Se non ha giocato in A avrà commesso degli errori, è un giocatore di categoria superiore e chi si allena con lui cresce. Sono contentissimo per questa qualificazione, mi piace vedere la gente piangere di gioia, è questo il bello del calcio, spesso nel calcio si parla di favole, noi stiamo vivendo la nostra. Stiamo portando avanti un processo di crescita, abbiamo tanti giocatori giovani e qualche elemento esperto come Berrettoni. Se in campionato giocassimo tutte le partite così saremmo imbattibili”. Ci sarà tempo per pensare alla realtà della Serie C, oggi c’è da godersi l’impresa e un successo storico che regala al Pordenone la sfida contro l’Inter: “Noi cullavamo questo sogno, ho detto ai ragazzi e anche ai giocatori esperti che avevano l’occasione per calpestare il manto erboso di San Siro, gli ho detto di andarsi a divertire, di giocare spensierati e loro hanno interpretato bene la partita”. Una partita semplice da preparare, non solo per un fatto di motivazioni, ma anche perché tutti i neroverdi conoscevano bene gli avversari. “I miei giocano tutti al fantacalcio e conoscono i giocatori del Cagliari meglio di me, poi è chiaro che abbiamo visto come giocano, che sono bravi nelle ripartenze, ma poi si sa che quando giochi contro una squadra di categoria inferiore può succedere di dare qualcosa in meno – conclude Colucci -, per noi era la partita della vita, mentre loro non erano sicuramente al top”.
fonte: Repubblica.it