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Lega A, la Juve boccia il presidente che piace a Lotito

ROMA – Resta un tassello, ma è il più importante: la Lega di B ha trovato finalmente il suo presidente (è l’avvocato romano Mauro Balata, legatissimo a Tavecchio), mentre lunedì a Milano la Lega di A terrà la sua assemblea elettiva. Prevista fumata nera. L’ennesima. Tavecchio aveva dato tempo sino al 30 novembre, ma il suo commissariamento scade l’11 dicembre e Malagò ha detto chiaramente l’altro giorno che se la Lega maggiore non eleggerà i suoi nove rappresentanti entro quella data, allora la Giunta Coni interverrà commissariando la stessa Figc. Ora non può farlo. Per la verità c’è chi sostiene, e Tavecchio è uno di questi, che non potrebbe farlo nemmeno dopo l’11 dicembre, essendo la Lega un ente privato: si rischia uno scontro istituzionale, con ricorsi al Tar del Lazio. Come detto, lunedì ci sarà fumata nera. Poi, è probabile che l’assemblea venga tenuta aperta, per proseguire il 4 o 5 dicembre ed eventualmente l’11, la dead line (anche se qualcuno ritiene possa essere il 30 la data ultima di questa sfiancante vicenda). In terza votazione, si passerebbe dalla maggioranza qualificata (14 voti) a quella semplice (11), per cui è possibile che si arrivi ad una soluzione in extremis.

Nel mondo dei venti presidenti di A ci sono forti contrasti: da una parte il solito Lotito e i suoi, che vorrebbero chiudere la partita già lunedì. Il patron della Lazio ha proposto per la presidenza il generale (in pensione) della Finanza Ugo Marchetti, 70 anni, che di calcio non si è mai occupato, così come in precedenza aveva proposto Raffaele Squitieri, 76 anni, anche lui in pensione (ex presidente della Corte dei Conti). Un manipolo di società guidate da Lotito, circa 5-6, lunedì tenterà il golpe. Ma senza successo. Ci sono club che non accettano la soluzione di un “re travicello”, vogliono un presidente che conosca il calcio e sia rappresentativo. La Juventus ancora non ha preso posizione: ma di sicuro Andrea Agnelli, anche come presidente Eca e membro dell’esecutivo Uefa, non può, e non vuole, accettare una soluzione pasticciata, in una Lega che ha di sicuro bisogno di un rilancio. Per questo, si guarda con grande interesse alle prossime mosse, senza chiudere del tutto la porta al commissariamento. Ci sono alcuni club (fra questi Juve, Inter, Roma, Torino, Samp, Bologna, Sassuolo) che non vedrebbero affatto come un rischio il commissariamento, soprattutto se dovesse toccare a Malagò (o al suo braccio destro Roberto Fabbricini): molte società sono più che convinte che la Lega di A non possa più pesare solo per il 12% nelle elezioni del presidente federale, quando la Dilettanti vale il 34% e la Lega C addirittura il 17% (ma prima aveva 90 club, ora ne sono rimasti una cinquantina, di cui non pochi con l’acqua alla gola). Ci sono anche club, però, che temono un anno di commissario, che azzerebbere tutto, e che non darebbe loro più spazi di manovra per i soliti giochi e giochetti. Insomma, Lotito stavolta sembra indebolito: da parte di molti presidenti c’è la volontà di evitare qualsiasi colpo di mano. Per questo lunedì non succederà nulla. E poi? Poi si vedrà. Un presidente “vero” che conosce il calcio è di sicuro Gabriele Gravina: al momento non si sa se ha voti giusti. Gabriele Gravina il 30 novembre è atteso da una assemblea della Lega C: non dovrebbe dimettersi, aspetta di vedere come evolvono le cose a Milano. A Malagò non spiacerebbe affatto se a Milano, come presidente, andasse Roberto Fabbricini: ma anche qui non è semplice. Non va dimenticato poi Michele Uva, ora dg della Figc e prima di Coni Servizi: è un tecnico più che un politico ma ha lavoro bene in questi anni complicati assai.

La Figc aspetta: Tavecchio è dimissionario ma ancora commissario della Lega maggiore e non ha alcuna intenzione di arrendersi. Anzi, fosse per lui sarebbe pronto a prolungare il commissariamento oltre l’11 dicembre, dovesse essere necessario. Malagò non glielo consentirebbe mai. Tavecchio ha avuto giorni complicati, soprattutto per la accuse di molestie. E’ sicuro di poterne uscire a testa alta, ha affidato la pratica ai suoi avvocati mentre il legale della presunta molestata cerca, per ora invano, visibilità in qualche trasmissione televisiva. Il sogno di Tavecchio è quello di riprendersi la sua Lega, la Lega dilettanti, nel caso che l’attuale presidente, Cosimo Sibilia, facesse un ticket con calciatori e magari con Lega di C e puntasse dritto verso la Figc. I giochi si faranno presto: c’è la volontà di andare alle urne già il 22 gennaio. Per Tavecchio comunque non sarebbe facile tornare alla Dilettanti. Lui ci proverà.

E non è finita qui. Martedì a Bari si tiene una Giunta Coni che dovrà stabilire quanto spetta al Federazioni per il 2018 dei contributi del governo. Ci sono parametri chiari, che privilegiano l’attività olimpica. Il calcio, quindi, su quel fronte è mal messo: le ragazze mai si sono qualificate per una Olimpiade e sono ancora lontane, i maschi hanno mancato due Giochi consecutivi (Londra 2012 e Rio 2016). Di conseguenza è previsto un altro taglio per la Figc: nel 2014 a via Allegri arrivarono ben 25 milioni in meno (da 62,5 a 37,5), nel 2016 altra sforbiciata di 4,5 milioni. E adesso le previsioni sono intorno ad un taglio di circa 10 milioni. Ma attenzione, Malagò ha la disponibilità di un tesoretto e già in passato era venuto incontro al calcio, mitigando la stangata. Il n.1 del Coni ce l’ha di sicuro con quelli che ha definito “lor signori…”, incapaci di fare funzionare il sistema, ma si rende conto che quei soldi non vanno agli stipendi di qualche straniero inutile ma soprattutto all’attività giovanile e ai rimborsi arbitrali. Alla base, insomma, non al vertice. Per questo anche stavolta potrebbe intervenire.

fonte: Repubblica.it

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