Il commento di Gianni Mura: “Sarri, la Coppa e la saggia rinuncia alla frenesia”
Tutto bene quel che continua bene, adesso molti già pensano a come si regolerà Guardiola in Ucraina. Una vittoria del Napoli in casa del Feyenoord servirà a qualcosa soltanto se il City (già qualificato) andrà a vincere in casa dello Shakhtar. Intanto, il Napoli con un 3-0 imprevedibile a metà gara si regala una serata di festa. Il maestro di cerimonia è sempre lui, Insigne. Nel primo tempo è suo il solo pericolo per Pyatov, che arriva a deviare con la punta delle dita (28’). È la prova generale del capolavoro che infiamma il San Paolo e stappa la partita, è il botto e anche la botta, per lo Shakhtar, che gradatamente esce dal gioco. Insigne esce al 20’ st per fare posto ad Allan. E si vede tutto un altro Napoli, libero da preoccupazioni, si diverte, ma soprattutto si ritrova. Cresce Mertens, fin lì ai margini: due assist per Zielinski, che prima tira altissimo a porta vuota, poi si fa perdonare, e un gol di testa. Nell’intervallo si era fatto strada il sospetto che alla partita tenesse più il pubblico della squadra, insolitamente slegata e messa sotto dallo Shakhtar, che è veloce e tecnico, non ha quasi nulla del calcio dell’est ma in compenso molto Sudamerica, bravi, ma arrivavano troppo facilmente al tiro. Colpa di un centrocampo in cui solo Hamsik (in crescita) cercava di mettere ordine. Zielinski non incideva, Diawara un mezzo disastro, lento e impreciso. Da qui una certa difficoltà nell’assistere le punte. E Reina costretto a lavorare più del solito, pur senza interventi straordinari.
Ma il Napoli, anche quando sembra in difficoltà, ha Insigne. Ormai basta vederlo partire da sinistra, evitare un avversario, ieri due, e s’aspetta il destro a giro, il gol alla Insigne. Tutti i portieri sanno come si muove, ma lui continua a deliziare con quel tiro: è la sua firma, la sua Z di Zorro, ed è un rimpianto in chiave mondiale: poteva essere il suo anno. Accantonata la delusione, superato un doloretto al ginocchio (Sarri lo ha richiamato in panchina a metà ripresa), Lorenzo continua a deliziare chi ama il bel gioco, i numeri d’alta scuola. Insigne traina il Napoli. Trasfigurato dopo l’1-0. Non era e non è stata una partita facile fino al 2-0 di Zielinski. Resta da capire se le sue difficoltà, prima, fossero dovute esclusivamente alla superiorità dello Shakhtar o alla decisione di non forzare i tempi. Saggia decisione, un Napoli meno frenetico risparmia energie. Con la rosa attuale, ogni tanto levare il piede dall’acceleratore può essere utile.
Gianni Mura per La Repubblica