ROMA – Da domani avremo probabilmente una delle “aziende” più importanti in Italia senza controllo. Via Tavecchio e Figc nel caos, Leghe di serie A e B commissariate: il calcio, tre miliardi di fatturato tra introti diretti e indiretti, non è mai stato così in crisi. Potete immaginare una Fca senza linea di comando, con Elkann e Marchionne contemporaneamente estromessi? Questo è oggi il nostro calcio. La mancata qualificazione al mondiale ha acceso i riflettori su un sistema malato, travolto dai compromessi, bloccato da ricatti incrociati, rovinato da affari e malaffari che si intrecciano tra presidenti, procuratori, direttori sportivi che hanno infangato tutto.
Per capire quale sia il degradio del calcio italiano basta solo raccontare questa settimana, dalla “tragedia” sportiva dell’eliminazione della Nazionale alle probabili dimissioni di domani di Tavecchio.
Il lunedì nero è l’inizio della valanga: le scelte tecniche scellerate di Ventura ci fanno salutare la Russia, solo un pareggio con la Svezia dopo la sconfitta dell’andata e restano solo le lacrime di Buffon. Dopo 60 anni non andiamo al Mondiale. Tecnicamente il momentp più buio.
Il martedì, mentre l’Italia calcistica è ancora sotto schok per l’eliminazione, c’è chi sorride. E’ Claudio Lotito salvato da Antonio Pecoraro, procuratore federale, che con un tempismo eccezionale, approfitta della giornata più nera del nostro calcio, per decidere che per il caso “Anna Frank” meritava il deferimento solo la Lazio e non il suo presidente che pure aveva aggirato una squalifica sportiva. Ma Lotito non poteva permettersi un deferimento che gli avrebbe di fatto cancellato la possibilità di essere eletto consigliere di Lega e Federale. E una squalifica superiore ai due mesi lo avrebbe allontanato per 10 anni da tutte le cariche. Ci ha pensato la Procura a sistemare tutto e il “caso Nazionale” ha fatto passare tutto in secondo piano.
Ma Lotito è sempre il protagonista della settimana e ricorda a tutti che in Lega di serie A comanda lui. Parlando con i dirigenti delle squadre di serie A, la risposta è sempre la stessa: “Lotito non vuole, Lotito non è d’accordo, dobbiamo accordarci con Lotito…”. Un esempio concreto. L’assemblea aveva deciso di formare due commisisioni con i rappresentanti di 5 squadre, una per scegliere i canditati ad e l’altra per il presidente. Votate le commissioni Lotito si accorge che in quella per i candidati del nuovo Ad non c’è nessuna società a lui fedele. Il presidente della Lazio blocca tutto, comincia a telefonare, manda e fa mandare email, minaccia ritorsioni e alla fine, come al solito, vince lui: ora la commissione è di sei squadre ed è stata inserito il Chievo del suo fedelissimo Campedelli. Ma perchè un’ assemblea con 19 tra imprenditori, manager, avvocati, è ostaggio di Lotito? E’ finito il tempo dei distinguo e un finto prendere le distanze. Oppure si dica: “E’ il migliore che abbiamo” ed allora eleggetelo ad o presidente.
Venerdì le brutte notizie arrivano dall’America. Il New York Times che mette il calcio in prima pagina e già questo probabilmente è un elemento sorprendente. Peccato che sia altro fango sul sistema Italia: una lunga inchiesta per scoprire che il proprietario del Milan, il cinese Yonghong Li, non ha nessuna miniera, è uno sconosciuto e probabilmente un passato non proprio limpido. Ma tutto questo non avrebbe dovuto controllarlo la Figc prima del Nyt? Chi ha fatto i dovuti controlli sulla proprietà e come sono stati fatti? Oppure qualcuno ha garantito al Milan che non doveva preoccuparsi?
Ma le giornate nere del nostro calcio non sono finite: sabato arriva l’istanza di fallimento per il Palermo. La procura dopo una lunga inchiesta accerta che il buco è di 70 milioni, quando tutti parlavano di un debito di 10, massimo15 milioni. Un’inchiesta che fa ora fa tremare tante altre società di A e B, perchè se la Guardia di Finanza ha deciso di mettere in maniera seria il naso nei bilanci delle squadre italiane è probabile che trovi tante sorprese: buchi da centinaia di milioni, soldi che finiscono dal calcio alle aziende dei presidenti, commissioni a procuratori chiaramente esagerate.
Un sabato che fa registrare anche i no di quasi tutti gli allenatori che aveva in mente Tavecchio per cercare di salvare la poltrona, da Ancelotti ad Allegri. E il presidente della Lega Pro, Gravina, che ha praticamente sfiduciato Tavecchio aprendo la strada alle dimissioni.
Forse Italia-Svezia e l’eliminazione della nazionale da Mondiale non è stata la pagina brutta del nostro calcio.
fonte: Repubblica.it