Come giocherebbe l’Italia di Carlo Ancelotti
Nella sua prima stagione al Bayern, Ancelotti aveva risolto la questione del trequartista reinventando Thiago nel ruolo, ma nel bacino di centrocampisti a disposizione del prossimo CT della Nazionale non ci sono calciatori con quella qualità, considerando che neanche Verratti può giocare sulla trequarti. Accantonata dunque l’idea di giocare con un trequartista, restano comunque in piedi almeno altre due alternative plausibili. La prima – e più probabile pista – è quella che porta al 4-3-3 con un regista di ruolo: elemento sempre presente nelle squadre allenate da Ancelotti, a eccezione forse del Chelsea, che invece puntava su un centrocampo di un’intensità e una fisicità improponibile per la nostra Nazionale. Regista che potrebbe essere Jorginho, protagonista del vano cambio di rotta strategico di Italia – Svezia, che sarebbe messo in condizione di esprimersi al meglio nel proprio ruolo davanti alla difesa.
Restano alcuni punti interrogativi su quali alternative ci sono all’italo-brasiliano: Marchisio, riscopertosi – con successo – playmaker dopo l’addio di Pirlo, non dà garanzie fisiche al momento e la carta d’identità non lo aiuta di certo; Verratti è ormai a tutti gli effetti una mezzala di possesso; tra i giovani più Cristante che Gagliardini potrebbe essere adattato al ruolo, ma lui stesso ha ammesso di preferire il ruolo di mezzala in un centrocampo a tre. Ecco allora che la soluzione potrebbe (e il condizionale è d’obbligo) arrivare ancora una volta da Napoli, con Diawara che ha già avviato le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana.
Per il ruolo di mezzala le alternative non mancherebbero. Oltre a Verratti (due centrocampisti di qualità e palleggio sono stati una costante in praticamente tutte le squadre allenate da Ancelotti) e Florenzi, sempre protagonisti nelle convocazioni degli ultimi due CT, sono numerosi gli interni di centrocampo che potrebbero fare al caso di Ancelotti. Oltre al già citato Cristante, anche Pellegrini e Barella potrebbero recitare un ruolo importante già nei prossimi tre anni, senza dimenticare Bonaventura e Gagliardini (che nel 4-3-3 del Vicenza giocava mezzala) o due elementi come Baselli e Benassi, che pur essendo titolari in Serie A da diverse stagioni non hanno ancora mai esordito con la Nazionale maggiore.
Riscoprire la duttilità in attacco
Anche in avanti l’Italia non difetta di opzioni. Detto di Insigne, che in un sistema di questo tipo sarebbe probabilmente intoccabile, per il ruolo di ala destra ci sarebbero due mancini come Bernardeschi o Berardi o l’ambidestro Verdi, una delle più interessanti sorprese di questo inizio di stagione. Due esterni a piede invertito che vengono sistematicamente dentro al campo, rappresenterebbero una sorta di versione aggiornata del famoso “albero di Natale” tanto caro ad Ancelotti. Il che vorrebbe dire non dover più puntare massicciamente sui cross – pur sganciando i terzini (Conti e Spinazzola, oppure Zappacosta ed Emerson Palmieri) – per costringere gli avversari a rifugiarsi nella propria metà campo.
Un sistema di questo tipo porterebbe anche alla probabile esclusione definitiva di un’ala come Candreva, il cui stile anacronistico è accompagnato da una carta d’identità già oltre i 30 anni. Sembra poi solo questione di tempo il debutto di Federico Chiesa, uno che potrebbe avere davanti a sé quindici anni di carriera in maglia azzurra. C’è poi l’El Shaarawy tirato a lucido degli ultimi tempi, o anche, perché no, Orsolini, visto che sarà una Nazionale che dovrà guardare al futuro più che all’immediato. Belotti e Immobile, o qualsiasi altro centravanti capace di mettersi in mostra nei prossimi anni, si giocherebbero l’unico posto al centro dell’attacco.
Fonte: SkySport