Murillo: “A 18 anni all’Udinese, non sapevo nulla”
Volevo andare via dall’Inter, adesso mi prendo i Mondiali grazie al Valencia
In chiusura le differenze tra il calcio italiano e quello spagnolo, il perché dell’addio all’Inter per andare al Valencia ed uno sguardo agli obiettivi futuri. “Il calcio italiano mi ha aiutato molto tatticamente, si seguono tante esigenze tattiche. In Spagna invece ci sono più spazi, più uno contro uno. Qui il gioco si addice di più alle mie caratteristiche. Perché il Valencia? La mia intenzione era quella di andare via dall’Inter – ha spiegato Murillo -. Quando non stai bene in un posto, bisogna cercare nuovi orizzonti. C’erano diverse opzioni per me, ma appena è apparso il Valencia non ho avuto dubbi. Sapevo cos’era questo club, mi hanno spiegato il progetto e le intenzioni. Dopo la prima chiacchierata ci ho messo un secondo a prendere la mia decisione. Non so se è collegato al destino, ma già negli anni in cui ho giocato in Spagna il Valencia mi attraeva. Mi sembrava un club eccellente con una grande tifoseria. Ai sudamericani la passione del Mestalla ricorda casa. Quando mi hanno prospettato il Valencia ho pensato a tutti questi fattori. In più mi hanno parlato di un Valencia ambizioso e lavoratore, ho avuto subito la fiducia dell’allenatore che mi ha chiamato e mi ha spiegato tutto. Ho pensato che era la migliore opzione per ricominciare da zero con la mia famiglia. E la città mi ha accolto benissimo, adesso ho anche una figlia valenciana. Sono arrivato con il vantaggio di conoscere la Liga, ma la mentalità della squadra mi sta aiutando tantissimo. Questo è un Valencia vincente, che lavora ogni giorno per esserlo anche grazie al nostro allenatore, un grande. Marcelino mi ha dato fiducia, ma non solo lui. Anche il club e la gente. La passione della tifoseria ti fa lottare ogni giorno per questo simbolo. Non ci sentiamo invincibili, i grandi risultati derivano dal lavoro di ogni giorno. Senza lavorare saremmo vulnerabili. L’euforia è massima, però qui siamo tutti professionisti e conosciamo gli alti e bassi che ci sono nel calcio. Praticamente tutti nello spogliatoio veniamo da momenti difficili in passato, sia quelli che erano già al Valencia, sia quelli che giocavano meno in altri club. Senza dubbio ora stiamo come tra le nuvole. Però teniamo i piedi per terra, manca ancora tanto. Abbiamo due segreti, uno è il lavoro e l’altro è che siamo una famiglia. Tra noi il rispetto è massimo, abbiamo tutti un solo obiettivo chiunque sia il nostro avversario. Il Valencia ha subito soltanto tre gol con me in campo? E’ un dato che fa piacere, ma è merito del lavoro di tutti. Da parte mia spero di andare al Mondiale grazie a questo club, mentirei se dicessi di non essere venuto qui per questo. Voglio tornare ad essere quello che ero”.
Fonte: Sky