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OBIETTIVO NAPOLI – Brutto pareggio figlio di panchina corta e contraccolpo piscologico

Il temuto contraccolpo psicologico, dopo la sconfitta in Champions e l’infortunio di Ghoulam, c’è stato ed è costato due punti al Napoli, che in casa del Chievo avrebbe dovuto necessariamente vincere per allontanare le scorie di una settimana negativa e consolidare il suo primato in classifica.
Contro un Chievo ben organizzato difensivamente, ma sinceramente non irresistibile, il Napoli ha pagato, oltre all’aspetto morale, anche evidenti problematiche fisiche e tattiche. Dal punto di vista atletico la poca lucidità degli azzurri è stata evidente. Molti elementi sono apparsi appannati, soprattutto in avanti. Mertens, in particolare, non è riuscito mai a rendersi pericoloso, sbagliando molte giocate, anche semplici. Male, in mezzo al campo, anche Zielinski ed Hamsik, incapaci di imporsi sulla trequarti ed abbastanza scolastici nelle loro giocate. Il rendimento negativo di questi ultimi due è una triste costante che accompagna i partenopei dall’inizio della stagione. Molto male anche Callejòn, vistosi solamente in occasione di un pallone non tramutato in gol nel primo tempo, poi sostanzialmente assente dal gioco per tutta la gara.
Il problema più evidente per il Napoli è stato però il dover far fronte all’assenza di Ghoulam. Con un Mario Rui non ancora in condizione, la squadra azzurra ha perso la sua arma principale, ovvero il gioco a tre sull’out di sinistra, che vedeva protagonisti Hamsik e Insigne, insieme all’algerino, e che era la fonte della maggior parte delle azioni offensive dell’undici di Sarri. Con una freccia in meno nella sua faretra, l’allenatore azzurro non è riuscito a trovare alternative tattiche in grado di donare un pizzico di imprevedibilità al gioco dei suoi.
Alla fine, le sole iniziative del Napoli sono scaturite da giocate individuali di Insigne, l’unico apparso motivato e in grado di imprimere la scossa ad una manovra lenta e monotona.
Per ovviare a questa situazione, Sarri avrebbe potuto osare un po’, affidandosi ad Ounas, unico elemento a disposizione in grado di dare una scossa con dribbling e giocate in velocità. L’ex Bordeaux avrebbe potuto essere inserito in campo molto prima, magari davanti allo stesso Callejòn, che avrebbe potuto agire da terzino, formando quindi una catena offensiva sulla destra che avrebbe avuto due protagonisti con caratteristiche simili a quella disgregatasi sulla sinistra. A parte questa soluzione, la panchina troppo corta del Napoli non offre più di tanto. Sarri avrà il limite di essere troppo “affezionato” ai suoi spartiti tattici preimpostati e talvolta manca un po’ di coraggio e inventiva nelle gare bloccate, tuttavia ha la grande scusante di non poter disporre di molti elementi capaci di cambiare la partita a gara in corso. Il mercato estivo ha offerto poco da questo punto di vista, gli infortuni hanno tolto quel poco che rimaneva. Alternative credibili ad un Mertens a corto di energie, non ce ne sono; così come mancano giocatori di qualità che possano far rifiatare Insigne, vista l’incomprensibile scelta di puntare su un Giaccherini bocciato nei fatti da Sarri; in attesa di capire se col tempo Ounas riuscirà a rientrare nella ristretta cerchia dei preferiti del mister, che al momento non lo vede tra gli iscritti, e se Mario Rui acquisirà mai una condizione fisica degna di un posto da titolare. D’altra parte siamo solo a novembre e lui è arrivato a luglio…

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