Bagni ci crede: “Questo Napoli costruisce gol. Con Sarri è iniziata una nuova era: è il nuovo Maradona”
Da trent’anni è innamorato di Napoli. Qui ha conquistato il suo unico scudetto e condiviso le imprese di Maradona. Ma aveva vinto prima all’Inter e da anni è un osservatore privilegiato del calcio internazionale. Chi meglio di Salvatore Bagni per avvicinarci alla sfida di sabato al San Paolo?
Però prima c’è un appuntamento per palati fini, stasera. «City-Napoli oggi è il top. Per la qualità di gioco che esprimono le squadre e le condizioni di forma. Sarà un grandissimo spettacolo. E pensare che qualcuno dava per finito il tiqui taka…».
Invece? «Guardiola ha saputo evolversi. Oggi il suo possesso è meno orizzontale e cerca la verticalità con una velocità impressionante. Ma il Napoli non è da meno».
Ritiene che oggi Sarri possa scrivere una pagina di storia? «Ci credo, perché il calcio del Napoli è esaltante. Giocano davvero in 11 le due fasi, Reina compreso. E poi mi piace questo pressing altissimo che parte dal tridente, capace di riprendersi in fretta la palla. Ecco, se un difetto si può trovare nel City è lì dietro. E siccome per mentalità non buttano mai via la palla, gli azzurri potranno rubare palloni davanti e far male agli inglesi. Sarà una partita intensa».
E Spalletti si sfrega le mani. «Sicuramente il Napoli, al di là di quelle fisiche, sprecherà tante energie mentali. E questo può favorire l’Inter. In questo ha ragione De Laurentiis. La partita più importante è sabato. Perché comunque gli azzurri il passaggio del girone di Champions se lo giocheranno con lo Shakhtar».
Dunque anche lei oggi risparmierebbe qualcuno dei titolari per puntare allo scudetto? «Il Napoli in questa stagione non può, deve vincerlo. Perché è con la Juve il favorito, e questa partenza importante con +5 sui bianconeri qualcosa significa. Lungi da me dare i bianconeri per spacciati: hanno rabbia, mentalità vincente e qualità per riprendersi in fretta. E senza i rigori sbagliati, che sono episodi, sarebbe a due punti».
E l’Inter? «Starà lì, a giocarsela. Ha meno percorso di squadra di Juve e Napoli, ma ha Spalletti. Sul piano del gioco ancora non convince, ma Luciano – per esempio – nella passata stagione è riuscito a mettere la sua Roma davanti a un Napoli già in gran crescita».
E poi ha Icardi. «Fortissimo. Il derby lo ha vinto quasi da solo. Mauro i gol li inventa, mentre il Napoli li costruisce con tutta la squadra e non ha punti deboli. Per questo – nonostante la Champions, e l’Inter più riposata e sicuramente più accorta dietro – credo che al San Paolo vinceranno i padroni di casa. Faticheranno più i nerazzurri a inseguire gli avversari che terranno più la palla».
Ma possibile che la capolista non abbia punti deboli? «Uno potrebbe esserci. Perché quei tre davanti sono fortissimi ma al momento non hanno alternative. Bisogna tirare fino a gennaio e portare Inglese. Da questo punto di vista l’Inter, sfruttando la ricostruzione di Spalletti, in gennaio può rinforzare in maniera determinante la squadra».
Ai suoi tempi, nell’era Maradona, il Milan vinse un solo scudetto. Secondo certa critica ieri il gioco di Sacchi come oggi quello di Sarri appare troppo dispendioso per vincere il campionato. «Non sono d’accordo. Il Napoli gioca molto corto, fa girare veloce la palla, non c’è grande dispendio. E fa sprecare fiato agli altri perché vanifica il pressing: c’è sempre lo scarico dietro per il compagno e non ci sono più di due tocchi. Difficile inseguirli».
Potrebbe soffrire la pressione della piazza, la neocapolista? «Non credo. E conoscendo Napoli vi spiego il perché. Noi abbiamo scritto la storia nell’era Maradona e la gente veniva soprattutto per Diego. Il pubblico di oggi, grazie a Sarri, ha più cultura del bel calcio. La squadra si diverte e anche la gente al San Paolo viene per questo: vincere diventa la conseguenza. E allora mi sento di dire che Sarri è il nuovo Maradona: è cominciata la sua era».
Fonte, Gazzetta dello Sport