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Parla Andrea Delogu: “Io, la Roma e il Libanese”

Andrea Delogu, conduttrice del dating show “Parla con lei”, tifosa romanista come il marito Francesco Montanari

La bellissima Andrea Delogu, moglie del “Libanese” Francesco Montanari e conduttrice del dating show per single in onda ogni mercoledì sera su Foxlife, ci confessa la sua passione per la Roma e sogna una ospite d’eccezione per il suo programma: “Federica Pellegrini. Se è veramente single…” 

Andrea Delogu è un’antieroina al naturale, la più romantica dei sopravvissuti alla grande comunità dei “sociopatici”: è la Sposa di Kill Bill, ma non conosce la vendetta della katana; è la Kaori Takigawa dell’anime giapponese, che rinnega il suo “attacco laser” per l’amica Mila e #leragazzedellapallavolo. “Gialla” come la corazza di Uma/Beatrix, “rossa” come la chioma e il cuore di Kaori. In un’altra vita Andrea è stata “anche” una sportiva: “Cintura nera di karate, Secondo Dan, stile Shotokan – ci aveva raccontato con un certo orgoglio a Milano nella serata di presentazione degli Sky Upfront 2017 – ma da bambina giocavo a calcio ed ero una splendida attaccante. Poi sì, è arrivata la pallavolo. E i fidanzatini…”. Oggi, che ha sposato Francesco, veste i panni di una Cupido 2.0 nel dating show più trending topic della tv: “Parla con lei”, in onda ogni mercoledì alle 21.10 su Foxlife. 

Ovunque tu sarai

Il marito Francesco è Francesco Montanari, il Libanese di “Romanzo Criminale”. Ma anche Giordano di “Ovunque tu sarai”, uno dei quattro amici e tifosi romanisti che partono alla volta di Madrid per un addio al celibato che avrà dell’epico, sublimato dall’impresa dei giallorossi di Spalletti al Bernabeu per 2-1 con il gol di Vucinic nel recupero (tratto da una storia vera, correva il 5 marzo 2008). Un successo che valse il passaggio ai quarti di Champions e una notte di lacrime e preghiere… e di toccanti confessioni. A cominciare da Giordano, il più sensibile di questa Armata Brancaleone all’amatriciana e scaramantico oltre ogni immaginazione: vedi la strepitosa scena dei riti da stadio, dal piede per scendere giù dal letto (“il sinistro, quello con cui Bruno Conti ha segnato nel derby del ’77”) allo smoking, diventato il suo personalissimo dress code di ogni pellegrinaggio all’Olimpico (“lo aveva casualmente indosso dopo un altro derby vinto, perché dopo sarebbe andato alla festa di una sua cugina che faceva 18 anni…”).

Se pijamo (la) Roma

E Andrea? “Diciamo che il mio cuore si è spezzato emotivamente, stando a Roma e a Testaccio, quando Totti ha lasciato. Da quel momento ho fatto il salto da simpatizzante a romanista autentica. Ma le partite preferiamo ancora vederle a casa, con il Libanese all’Olimpico ogni volta sarebbe un macello, capirai…”. 

Ci vuole Fede

Il meccanismo del programma è sostanzialmente lo stesso della scorsa stagione, che ha registrato ascolti da record per la rete: Andrea ospita una ragazza (ma nella prima puntata del 6 settembre il protagonista è stato un gay) che vive in soggettiva una giornata tipo dei suoi pretendenti, senza poterli mai vedere, se non attraverso la telecamera agganciata al petto dei potenziali partner. Alla fine sceglierà con chi trascorrere la serata e se saran rose fioriranno. Ma se potesse far partecipare un campione? La Delogu – che conduce anche i “Sociopatici” in radio e in estate ha presentato i Nastri d’Argento – ci svela il suo sogno nascosto: “Mi piacerebbe avere Federica Pellegrini, sempre che sia single… Ma niente nuotatori tra gli spasimanti: mi spiace per Magnini, ma la coppia deve essere nuova di zecca, è la regola”. 

Romagna mia

Non solo Benevento-Roma, volley e karate: tra gli sport preferiti della Delogu c’è anche la moto. “Valentino è il mio idolo di sempre, siamo coetanei, si può dire che siamo cresciuti insieme. Ma impazzisco anche per Nicolò Bulega che, oltre che fortissimo, è un ragazzo fico, a modo, gentile, carismatico. E naturalmente faccio il tifo per Andrea Dovizioso, romagnolo come me”. 

La Collina

Come forse già saprete Andrea è nata e cresciuta a San Patrignano, all’interno della Comunità fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli (proprio ieri è stato commemorato l’anniversario della sua morte, avvenuta il 19 settembre del 1995). Figlia di due tossicodipendenti che avevano scelto il centro di recupero del Riminese per uscire dal tunnel in cui erano sprofondati. C’è rimasta fino ai 10 anni, finché il padre non ha deciso di spezzare le catene. Un’esperienza che ha avuto la forza di raccontare in un libro, La Collina, pubblicato nel 2014 da Fandango e scritto insieme allo sceneggiatore Andrea Cedrola. “Non sono una vittima – ha spiegato – con la droga i miei hanno riempito un vuoto, sbagliando. Non posso accusarli, anzi, mi sento fiera di loro. Mi hanno evitato di soffrire, soffrendo al posto mio. Sono nata in un brutto momento, è stato come nascere in guerra. Ma in questa storia non ci sono eroi. Molti si sono salvati, ma non tutti”. 

 

Fonte: SkySport

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