�œHo una storia per Hollywood. �ˆ una commedia romantica. Ma è accaduta davvero. Inizia con un ragazzo croato che cammina in un bar…”. Sono queste le prime parole usate dal centrocampista del Barcellona Ivan Rakitic per raccontarsi a The Players Tribune, sito americano su cui gli sportivi raccontano le loro carriere senza la mediazione di domande giornalistiche. Oltre ai grandi atleti delle leghe a stelle e strisce, anche calciatori come Totti, Ronaldinho e Ronaldo, hanno accettato di scavare nei loro ricordi e renderli pubblici. Il taglio scelto da Rakitic, però, è piuttosto inusuale. Più della metà del testo, infatti, è dedicato a sua moglie, Raquel Mauri, che ha conosciuto in un bar di Siviglia, dove lei faceva la cameriera, il giorno stesso del suo arrivo nella città andalusa. Il motivo è presto detto: �œDa quando ho incontrato mia moglie, ho iniziato a sentire di avere davvero un motivo per cui giocare. E la mia carriera ha raggiunto un altro livello”.
Io Jane, tu Tarzan
Rakitic si era appena trasferito da Gelsenkirchen, dove per quattro stagioni aveva giocato con lo Schalke 04. Non conosceva lo spagnolo, ma iniziò subito a studiarlo al solo scopo di conquistare la bellissima cameriera. Per 7 mesi si presentò in quel bar chiedendo un caffè e un�™aranciata: �œUsavo moltissimo i gesti per cercare di spiegare quello che volevo dirle. Lei pensava fosse divertente. Sembrava una scena in stile «Io Jane, tu Tarzan»”. Ma di uscire con lui non voleva saperne. Un giorno scoprì il perché: �œSei un calciatore. Potresti trasferti in un�™altra città il prossimo anno. Mi dispiace, ma no”. Per il croato fu una motivazione in più per allenarsi al massimo e diventare una colonna del Siviglia, cosa che prontamente avvenne: �œSei anni insieme, due bellissime figlie. E questa è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto nella mia vita. �ˆ stato più difficile di vincere la Champions Leauge e c�™è stato più o meno bisogno dello stesso tempo”.
Il Barcellona è una grande macchina
Nel resto del suo articolo Rakitic, tra le altre cose, parla dell�™infanzia in Svizzera, dove i suoi genitori si erano trasferiti prima dello scoppio della guerra del Kosovo e dell�™orgoglio che prova a indossare la maglia del Barcellona: �œC�™è un ritmo nel modo in cui cerchiamo di giocare, come una grande macchina. Quando premi il bottone, tutti i pezzi sanno quello che devono fare. Una cosa è guardarlo in tv, o giocarci contro, un�™altra sperimentarlo in prima persona. Se non ti piace il calcio nel Barcellona, allora non ti piace il calcio”.
Fonte: Sky