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Napoli macchina da gol, i numeri sono da scudetto

L’allegra cooperativa azzurra del gol non chiude mai i battenti. Le porte sono sempre aperte sulla goleada, con in lontananza una vista scudetto che oramai non può più essere un lontano miraggio. Almeno non per una squadra come quella di Sarri, produttrice seriale di funamboliche azioni spettacolo e forte, da oggi, di numeri da capogiro. Da primato per l’appunto. A cominciare dalle vittorie, che da ieri sono 9 tutte in fila se si mettono insieme l’attuale e il precedente campionato. E’ il primo dato dal quale partire, il marchio sarriano sulla storia del Napoli: mai il club azzurro era riuscito a portarsi a casa i tre punti per così tante apparizioni in sequenza. Sintono di crescita e maturità, unico viatico per un campionato da vertice al passo di Juventus e, per ora, Inter. Il 6-0 al Benevento, è vero, va preso per quello che è stato, ovvero una semplice esercitazione attacco contro difesa nella quale chi subisce non ha alcuna velleità ne possibilità di superare la propria metà campo. La partita contro la squadra di Baroni per il Napoli praticamente non è mai iniziata, col conforto di un risultato che dopo 15 minuti recitava già 2-0 per i padroni di casa. Ma quello che contava, per Sarri e i suoi ragazzi, era cancellare immediatamente la sbandata ucraina di Charkiv, dove il Napoli era sceso in campo senza testa, e ritrovare appunto quella vetta occupata momentaneamente da bianconeri e nerazzurri. Farlo a suon di gol e senza alcuna apparente fatica è stata la definitiva affermazione di una superiorità offensiva (ma non solo) che già la passata stagione il Napoli aveva messo in mostra contro la stragrande maggioranza delle sue avversarie.

Vittorie e gol, è praticamente un marchio di fabbrica quello registrato dal notaio Sarri. E quasi sempre vittorie con tanti gol. E’ proprio questo, il numero delle reti, il secondo dato da sottolineare di una squadra sempre più da record: 15 gol in 4 partite (3,75 di media a gara) e miglior attacco dell’attuale Serie A. 22 invece le partite consecutive nelle quali per almeno una volta il Napoli è riuscito ad andare in gol: la continuità prima di tutto. Se poi si analizzano maggiormente in profondità le varie statistiche legate alla produzione offensiva, il divario rispetto alla altre squadra di Serie A si fa quasi imbarazzante. Il Napoli infatti è primo per numero di chiare occasioni da gol create (17 contro le 10 della seconda squadra di questa speciale graduatoria), per occasioni da gol totali (59 contro 56 del Milan), per possesso palla (64,39% di media a partita), tiri totali (59 assieme alla Fiorentina), tiri nello specchio (37 contro i 28 del Milan) e per percentuale di tiri nello specchio (62,71 contro gli appena 53,33 della Juve). Insomma il Napoli costruisce molto di più delle altre del campionato e quasi sempre mette i propri attaccanti a tu per tu col portiere avversario (sono oltre 4 le chiare occasioni da gol a partita). Inoltre tiene tanto la palla, tira di più e lo fa anche meglio: con questi presupposti avere il miglior attacco della Serie A sembra per lo meno il minimo. 

Ciò che invece sembra essere  meno normale è che un ragazzo belga che di professione dovrebbe fare l’esterno talentuoso da qualche mese a questa parte abbia deciso di iniziare a segnare e non smettere più. Con i gol del San Paolo segnati al Benevento “l’animale” Mertens (è stato lo stesso Sarri a definirlo così) è arrivato alla sesta partita in Serie A nella quale è riuscito a segnare almeno 3 gol: 5 triplette e 1 poker. Sei le reti in stagione (5 in campionato e 1 nei preliminari di Champions), 74 quelle in maglia azzurra. E a proposito, se si sommano tutti insieme i gol realizzati da quella cooperativa seriale del gol che comprende Hamsik, Callejon, Insigne e lo stesso belga il numero è abbacinante. 303 gol segnati in 4, equamente, o quasi,  suddivisi: Hamsik 113, Mertens 74, Callejon 65, Insigne 51. 

Conquistare il mondo con questi quattro è possibile eccome, vincere lo scudetto dovrebbe essere quasi obbligatorio. Il calcio però non è scienza esatta né semplice trasposizione di numeri dalla carta al campo. La sottile differenza tra vittorie ottenute e successi appena sfiorati è un complesso di fattori che si sovrappongono tra di loro: mentali, fisici, tecnici, emotivi, caratteriali. Il Napoli dovrà e potrà dimostrare di averli tutti e di essere riuscito a ovviare a quei problemi di continuità e di calo mentale contro le piccole che nella passata stagione, con numeri da record molto simili a quelli messi insieme in queste prima 4 giornate, l’hanno estromessa addirittura dai primi due posti. Il futuro lo vogliono tutti diverso sulle sponde del golfo, il finale questa volta deve essere differente. E con queste premesse nulla è impossibile. Nemmeno spodestare sua maestà la Juventus.   

Fonte: SkySport

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