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Italiane disastrose in Champions: e adesso chiediamo scusa a Ventura

di Roberto BECCANTINI
 Erano «solo» i primi morsi della fase a gironi e, dunque, non è il caso di strombazzare che in Italia è diverso. Però: Barcellona-Juventus 3-0. Roma-Atletico Madrid 0-0. Shakhtar Donetsk-Napoli 2-1. Ah, Champions delle mie brame: coraggio pure.  

 Già con l’Atalanta prima della sosta e a Bologna, domenica sera, il Napoli aveva vinto più di giocate che di gioco. Un allarme, ma anche un segnale di forza, se letto all’italiana In Ucraina, Sarri ha dovuto inserire Mertens per riaprire una partita che i gol di Taison (nomen omen) e Ferreyra avevano strachiuso.

 Lo Shakhtar non è più quello di Lucescu e dei vari Willian, Dougls Costa, Fernandinho ma resta una colonia di brasiliani che hanno scelto il torello come distintivo. Tanto è vero che, per un tempo, sembrava un piccolo Napoli, tutto fraseggio, imboscate e ripartenze. 

 Il Napoli, in compenso, era lontano dalle passeggiate in Costa Azzurra, anche perché lontanissimo, come livello tecnico, era lo Shakhtar dal Nizza. Non ha tradito solo Reina, prezioso al Dall’Ara. Hanno deluso Insigne, Callejon, Hamsik. Proprio loro, i titolarissimi.

 Fred, Taison, Bernard, Ismaily e Srna avevano inserito il pilota automatico. Sarebba bastato, senza il rigore che Stepanenko ha regalato a Mertens e Milik trasformato. Così, invece, l’ultimo quarto d’ora è stato tutto una riffa, con gli episodi a contendersi febbrilmente i bigletti del 2-2 e 3-1. 

 L’impressione è che Fonseca abbia studiato meglio il Napoli di quanto Sarri non abbia studiato lo Shakhtar. Togliere ai sarriani velocità, triangoli e pressing è come rapare Sansone.

 Visti i risultati complessivi, e ribadito che nella vita c’è di peggio, sarebbe opportuno che qualcuno chiedesse scusa a Ventura, lapidato dopo Madrid. Comincio io.

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