Mentre esplode fragoroso il talento di Asensio, il Real Madrid inizia già a godersi le giocate dei campioni del futuro. Di uno in particolare: Federico Valverde. Uruguayano, classe ’98, quest’anno in prestito al Deportivo La Coruna. Nella notte di martedì ha bagnato il suo debutto con la nazionale maggiore aprendo le marcature nel 2-1 con cui la Celeste ha superato il Paraguay.
Un centrocampista completo
Ma il gol, favorito da una deviazione, è solo la punta dell’iceberg del bagaglio di questo giovane uruguaiano. Sotto la superficie si scorge già una fortissima personalità, oltre a un bagaglio tecnico completissimo. Malgrado l’emozione della prima volta, il ragazzo cresciuto nelle giovanili del Penarol ha affrontato la partita con il solito piglio. Nessuna paura di gestire il pallone sotto pressione (l’ha toccato 79 volte, più di chiunque altro) e tanta lucidità nel servirlo ai compagni. Valverde, acquistato dal Real Madrid il 22 luglio 2016, giorno del suo 18esimo compleanno, spicca per visione di gioco e precisione nei passaggi, sia lunghi che corti. Il suo modello è Toni Kroos: “Vorrei essere come lui, assumersi tante responsabilità con quella tranquillità è ammirevole”. Ma “El Pajarito” (“l’uccellino” , come viene chiamato in patria) non è solo un calciatore tecnico. In fase difensiva è attento nel leggere le linee di passaggio e intervenire in tackle. A questo aggiunge una discreta vena realizzativa, alimentata dalla sua abilità nei calci piazzati e nei tiri da fuori. Lo testimoniano i 23 gol segnati nelle 71 partite disputate con le giovanili della nazionale uruguayana. Proprio con la maglia del suo Paese ha iniziato ad acquistare notorietà, grazie all’ottimo Mondiale under 20 giocato tra maggio e giugno, al termine del quale è stato votato secondo miglior giocatore del torneo, alle spalle di Solanke del Liverpool.
Il Real è il nuovo Barça
Valverde è solo uno dei tanti talenti di proprietà del Real Madrid. A differenza del passato, nelle ultime sessioni di calciomercato i Blancos non hanno inseguito il grande colpo, ma investito su giovani in rampa di lancio. Gli ultimi? Dani Ceballos dal Betis Siviglia e Theo Hernández dai cugini dell’Atletico. Il tutto mentre nelle giovanili sbocciavano i vari Nacho, Marcos Llorente e Borja Majoral, inseriti in prima squadra dopo esperienze in prestito e nel Castilla (la squadra B dei madrileni). L’esatto contrario del Barcellona, che dopo aver costruito i suoi successi con la generazione dei vari Puyol, Xavi e Iniesta, cresciuti nella Masia, non riesce più a produrre giocatori di pari livello ed è costretto a spendere per restare al vertice.
Fonte: Sky