Era scritto che finisse così ancora una volta. Una battuta di Moratti sugli effetti dell’ipotetica presenza della Var nel 1998, anno del duello Ronaldo-Iuliano, e l’immediata risposta del canale ufficiale della Juventus, che invita a rivedere altri momenti di quella stagione. Uno scambio di accuse e controaccuse che ha finito per scatenare i bassi istinti del tifo e per rimediare qualche click. E’ un meccanismo che conosciamo, triste e francamente un po’ noioso, al quale ci siamo abituati in questi anni e che ha finito per avvelenare i pozzi del nostro calcio, il contrario di quello che dovrebbe contribuire a fare il Var.
Stavolta noi di Sky abbiamo deciso di non prestarci. Motivo per cui non vedrete sul nostro sito, sulla nostra App o sui nostri canali nemmeno un frame degli episodi di vent’anni fa e motivo per cui non troverete il resoconto degli scontri verbali di oggi. E’ una scelta precisa. Persino le polemiche, per essere interessanti, hanno bisogno di sostanza, di qualità nel loro contenuto. Più in generale, non ci interessa correre dietro a quanti in questi anni hanno pensato bene di trasformare le partite in altro, in una vivisezione fredda e postuma realizzata davanti alla moviola, costruendo un calcio che non esiste nella realtà dei 90 minuti. Noi, senza retorica e senza inutili aggiunte, preferiamo salvaguardare la parte sana di questo sport. Il gioco, il sacrosanto gioco, che va lasciato al centro di ogni cosa e che resta, in fondo, anche l’unico e incontestabile motivo per il quale milioni di noi si sono appassionati di questo sport.
Sarebbe anche ora, a valle delle beghe di cortile, delle polemiche sempre pretestuose, che si capisse finalmente come il Var sia stato pensato per essere strumento di sostegno agli arbitri, i quali hanno il compito più difficile di tutti. Non può e non deve diventare un altro campo di battaglia ideologico dentro cui ributtare le guerre sante. Non dopo due settimane di vita.
Fonte: SkySport