(10′ Cutrone, 56′ Joao Pedro, 70′ Suso)
Montella l’ha ripetuto per tutta l’estate a Fassone e Mirabelli. Compratemi chi volete, ma non toccatemi Suso. Ed evidentemente, aveva ragione lui. E’ lo spagnolo che ha fatto girare la squadra nella passata stagione ed è ancora allo spagnolo che questo nuovo Milan, quello costruito a suon di milioni, è costretto ad aggrapparsi per superare il secondo esame della sua stagione e tenere il passo di 3 delle 4 rivali per i primi quattro posti. Un assist per Cutrone dopo appena 10 minuti, tante giocate di classe fina e tecnica assoluta, ma soprattutto la perla con la quale ha tirato fuori il suo Milan da un baratro rossoblù nel quale gli uomini di Montella stavano rischiando paurosamente di precipitare. Perché dopo il conforto del vantaggio iniziale firmato ancora una volta dal baby attaccante che doveva essere il vice del vice del vice (già 4 le reti dopo appena 6 partite ufficiali per Cutrone), i rossoneri hanno subito per almeno 50 minuti il ritorno, forse inatteso, dei ragazzi di Rastelli che hanno dimostrato di avere per lunghi tratti della partita una condizione fisica e un acume tattico superiore a quelli dei padroni di casa. Tante le occasioni dei sardi, un palo di Sau, qualche parata decisiva di Donnarumma e poi il pari, più che meritato, di Joao Pedro, arrivato dopo 11 minuti dall’inizio della ripresa. E allora ecco la soluzione, quella che il mercato non poteva portare perché il Milan la aveva già in casa: punizione dal centro destra e mancino a giro che non lascia scampo a Cragno. Montella lo avrà di certo abbracciato a fine partita, ricordandosi le sofferenze del primo tempo e ripensando magari a quelle parole riferite di continuo ai suoi dirigenti in estate. Suso non si tocca, ancora una volta a San Siro questa sera si è capito il perché.
Fonte: SkySport