Diciassette gol negli ultimi tre incroci, uno spettacolo sempre garantito dalla filosofia calcistica a cui hanno aderito i due allenatori: già questo dovrebbe essere un motivo valido per non perdersi Liverpool-Arsenal (domenica ore 17, diretta su Sky Sport 3 HD), big-match della terza giornata di Premier League. Da una parte i Reds capaci (finora) di trattenere Coutinho nonostante l’offerta del Barcellona salga ogni tre giorni (dopo 3 rifiuti siamo arrivati a 150 milioni di euro), dall’altra i Gunners di quel Sanchez che non è stato fatto partire consapevoli che a giugno se ne andrà a zero: Wenger l’ha messo in preventivo ma si è fatto i suoi conti, con una scelta che nel calcio di oggi è a dir poco impopolare.
Griglia alla mano, è scontro diretto tra le due che partono subito dietro (ma di poco) alle superfavorite: il Chelsea in quanto campione in carica; le due di Manchester in virtù dei signori che siedono sulle loro panchine e di quelli che hanno sborsato sterline a pioggia, in estate, per accontentarli; il Tottenham perché al momento è la più “squadra” di tutte.
Il passetto falso con cui entrambe hanno già macchiato l’inizio di campionato è la conferma di questa comune, oltre che storica, mancanza di cinismo che impedisce a Liverpool e Arsenal di centrare successi e collezionare titoli con continuità. Arriva il momento in cui “si perdono” un po’, nel corso della stagione, figuriamoci se la si inizia male. Il Liverpool, alla prima, si è visto beffare al 93° dal Watford (3-3), prima di esibire un cinico 1-0 contro il Crystal Palace; risultati alternati, non dimentichiamolo, al doppio successo sull’Hoffenheim con cui si è guadagnato i gironi di Champions.
Pazzo, come sempre, l’Arsenal, che dalla Champions è rimasto fuori (dopo 20 anni!) con il quinto posto della passata stagione, beffato proprio dai Reds quarti. Quest’anno ha ricominciato con la vittoria del Community Shield contro Conte, il 4-3 da brividi con rimontona finale alla prima di Premier con il Leicester e poi il ko contro lo Stoke. This is Arsenal.
La giornata di Premier, però, parte forte già sabato, con Guardiola chiamato a riprendersi immediatamente dopo l’1-1 contro l’Everton che non ha ancora digerito (memore anche del 4-0 costretto a mandar giù un anno fa): c’è il Bournemouth (sabato ore 13.30, diretta su Sky Sport 3 HD) a quota zero in classifica e con zero gol all’attivo. Sulla carta, si rischia di giocare a una porta. I cugini dello United, intanto, hanno iniziato la loro marcia come meglio era difficile immaginare. Doppio 4-0, Lukaku già in palla, senza contare gli assist di Mkhitaryan (2+2).
Avversari (West Ham e Swansea) finora piuttosto semplici, ma resi tali – va riconosciuto – anche dalla determinazione con cui gli uomini di Mourinho hanno affrontato i due impegni; solo un anno fa non era così. Terzo test contro il Leicester (sabato ore 18.30, diretta su Sky Sport 3 HD), con i tifosi che già sognano quel che sarà con il rientro di Ibrahimovic. Per ora sobrio, come suo solito, nell’annunciarlo.
Tra Pep e Mou si infila Benitez: alle 16 il suo Newcastle ospita il West Ham (diretta su Sky Sport 3 HD). Situazione di classifica identica (2 sconfitte su 2 per entrambi), ma il West Ham – nonostante il -5 di differenza reti che lo relega all’ultimo posto – è l’unica delle 5 squadre ancora a 0 punti che può vantare almeno due gol fatti (firmati Chicharito). Certo, sui 7 subiti deve iniziare a lavorare Bilic.
Ancor più drammatica la situazione di Benitez, che con il ko in League Cup contro il Nottingham Forest ha perso le prime 3 gare stagionali, cosa che nel club non succedeva dal 1999, con Ruud Gullit in panchina. Sempre alle 16, completano il programma del sabato Crystal Palace-Swansea, Watford-Brighton e Huddersfield-Southampton. La neopromossa allenata da David Wagner è la sorpresa di questo avvio di stagione: due vittorie senza subire reti e, tra quelle segnate, la spettacolare azione guardiolesca finalizzata da Mooy contro il Newcastle.
Domenica alle 14, aspettando il big-match, un Conte scontento ospita l’Everton di Rooney (diretta su Sky Sport 3 HD), che dopo l’addio alla Nazionale potrà dedicarsi esclusivamente al club della sua infanzia. Il profumo di Inghilterra lo sentirà lo stesso, dato che nell’Everton che ha fermato il City figuravano ben 8 giocatori inglesi in campo dal 1’, evento che non si verificava dal 1997. Guardiola, per dire, ne ha schierati due…
Fonte: Sky