ALTRI SPORT & VARIE

Shkendija? L’Euro-Milan nella “tana” di Dzemaili

Da una parte la curva dello Shkendija, avversario del Milan in Europa League. Dall’altra Blerim Dzemaili e la moglie Erjona. L’ex centrocampista del Bologna è nato a Tetovo, la città del club macedone di etnia albanese (foto da Instagram)

Il Milan avrà un nemico in più (due, c’è anche Pandev) nella doppia sfida per l’accesso ai gruppi di Europa League. L’ex centrocampista del Bologna è nato proprio a Tetovo, la città dello Shkendija e la più grande comunità albanese in Macedonia. E anche l’ex interista avrà delle “dritte” da dare ai compagni di Nazionale Hasani e Ibraimi, le stelle della squadra

“Urime Ditelindjen Nëna Ime! Te dua”. L’anno scorso le aveva dedicato una lunghissima poesia, stavolta è stato più sintentico (ma il senso è quello): “Buon compleanno mamma! Ti amo”. E sì, perché alle radici dello Shkendija, prossima avversaria del Milan ai playoff di Europa League (andata a San Siro il 17 e ritorno a Skopje il 24 agosto) troviamo una vecchia conoscenza del calcio italiano, ora ai canadesi del Montréal Impact: già, Blerim Dzemaili è nato a Tetovo, la città che ospita il club macedone. L’ex centrocampista del Bologna è uno dei tanti “figli” della folta comunità albanese in Macedonia che agli inizi degli anni ’90, nel caos della disgregazione jugoslava e in pieno indipendentismo balcanico venne condotto dalla famiglia verso lidi più sicuri, nel suo caso una vera e propria “cassaforte”: la Svizzera. Oggi indossa la maglia della nazionale rossocrociata, ma non dimentica mai le sue origini.  E non mancò di sottolinearlo anche l’estate del 2016: quando lo Shkendija superò il terzo turno dei preliminari (poi eliminato dal Gent) si complimentò con loro attraverso un post su Instagram e in vista del doppio impegno con il Milan – dall’alto della sua navigatissima esperienza in Serie A – non potrà che essere prodigo di consigli per i suoi “fratelli”. Un “nemico” in più per la giovane banda di Montella. E non sarà il solo…

Il “derby” di Pandev

Dzemaili ha giocato 14 volte contro il Milan, decisivo nel 2015 con la maglia del Genoa, a Marassi: una sua punizione (deviata) regalò la vittoria ai Grifoni allenati al tempo da Gian Piero Gasperini. E dire che la stagione precedente Blerim era stato vicinissimo ai milanesi, prima di essere ceduto dal Napoli ai turchi del Galatasaray insieme a Goran Pandev, leggenda del calcio macedone. E anche l’attaccante genoano ed ex interista sa benissimo come si fa a battere i rossoneri: nell’anno del Triplete fu il migliore nel derby di ritorno, vedi assist a Diego Milito (quello “sporcato” da Ignazio Abate) e parabola col contagiri che sigillò la stracittadina. Per caricare i suoi compagni di nazionale Hasani e Ibraimi – stelle del Shkendija – Pandev potrà raccontare, ad esempio, di come l’allora squadra di Mourinho riuscì nell’impresa di vincere in 9 uomini (“questa la perdevamo soltanto se finivamo in 6” dirà José a fine partita). Anche l’altro gioiello della Macedonia Ilija Nestorovski ha timbrato il cartellino contro il Milan, lo scorso novembre: ma il suo momentaneo pareggio non evitò al Palermo la sconfitta casalinga. Insomma, se i macedoni non possono contare su dei precedenti diretti, potranno almeno chiedere qualche “dritta” a loro…

Macedonia all’italiana

In realtà sia il trequartista e capitano Hasani (in gol, tra l’altro) che il bomber Ibraimi hanno già affrontato un paio di giocatori di questo Milan: Alessio Romagnoli e Leo Bonucci c’erano il 9 ottobre nel 3-2 dell’Italia, incontro valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2018. E proprio alla Telekom Arena di Skopje (dove l’8 agosto Real Madrid e Manchester United si contenderanno la Supercoppa Europea) potrebbe decidersi il passaggio ai gruppi di EL, sebbene la netta differenza tra i valori delle due rose, senza parlare del blasone (lo Shkendija figura al 314° posto nel ranking Uefa) lasci supporre che la pratica possa essere chiusa già all’andata, specialmente se in un Meazza stile “fossa dei leoni” come al debutto stagionale col Craiova.

La politica dei Ballistët

I milanisti avrebbero dovuto giocare la prima in trasferta, ma la concomitante sfida tra il Vardar (reduce dal ko nei preliminari di Champions) e il Fenerbahce, anch’essa per i playoff di Europa League, ha imposto all’Uefa l’inversione dei campi (ricordiamo che il piccolo Gradski Stadion di Tetovo non è a norma per i match europei). Ma nemmeno questo cambio in corsa dovrebbe condizionare il cammino di Jack Bonaventura e compagni nella manifestazione continentale, seppure i macedoni del neo allenatore Qatip Osmani, teorico del  4-2-3-1, possano contare su una tifoseria caldissima: i Ballistët, movimento di etnia albanese nato nel 1992, parallelamente all’indipendenza della Macedonia e alla rinascita della Shkendija, che era stata “sciolta” dopo appena un anno dalla fondazione (nel 1979) per mano dei membri del governo comunista iugoslavo, preoccupato che potesse risvegliare antichi fermenti nazionalistici.

Gli anni della rinascita  

Nel 2013, con il club sull’orlo del fallimento – a soli due anni dalla conquista del primo e unico scudetto della loro storia – sono stati proprio i Ballistët, ultras della “scintilla” (la traduzione di Shkendija) a volere l’attuale presidente Nazif Destani, proprietario della Ecolog, azienda nata allo scopo di sostenere le missioni di mantenimento della pace nei Balcani e impegnata nella gestione dei servizi ambientali. Con il loro avvento la società è tornata ai vertici della Prva Liga (la massima divisione macedone) conquistando anche una Coppa Nazionale nel 2015-2016 e piazzandosi al secondo posto nelle ultime 2 stagioni con i soliti Ibraimi e Hasani assoluti protagonisti a suon di gol: 55 in 78 partite per l’attaccante, 41 su 91 per il fantasista, a segno con una doppietta anche nel preliminare contro il Trakai, ribaltando in casa (3-0) il 2-1 subìto in Lituania. Ecco perché sarà meglio per Montella chiudere il discorso già a Milano…

Un’ultima curiosità

Dzemaili è molto vicino alla famiglia Destani, amico del fratello di Nazif e suo omonimo Blerim, attore popolarissimo da quelle parti e collega di un altro personaggio di origini albanesi, Xhevdet Jashari, che forse non sa ancora del cambio di proprietà del Milan e delle nuove ambizioni dei cinesi. Che vorrebbero cominciare la loro avventura vincendo – intanto – l’unico trofeo mancante alla collezione di Silvio Berlusconi. Un centimetro alla volta, vero Al?

Fonte: SkySport

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui