ESCLUSIVA PA – MARINO BARTOLETTI: “SCUDETTO? JUVE, NAPOLI E MILAN IN PRIMA FILA. SUBITO DOPO INTER E ROMA”
In esclusiva la redazione di Pianetazzurro.it ha intervistato Marino Bartoletti. Lunghissimo è il suo percorso, sia a livello giornalistico che televisivo, a cominciare dalla direzione del Guerin Sportivo. Bartoletti è stato ideatore di Calcio 2000, Gol e Solo Calcio, ha scritto sulle pagine de Il Resto del Carlino, Il Giorno, Autosprint e Motosprint; per poi dare il suo contributo anche in televisione con Processo alla Tappa, Domenica Sportiva, Il Processo del Lunedì e Pressing. Marino ha scritto anche un libro, intitolato: ‘Bar Toletti. Così ho sfidato facebook’. La nostra intervista parte proprio dal suo libro.
Direttore, ci parli un po’ di questo suo libro. Com’è nata l’idea di quello che possiamo definire uno straordinario susseguirsi di ricordi, emozioni e storie mai ascoltate; narrate, naturalmente, dalla sua sapiente ‘penna’. Lei ha saputo unire personaggi del mondo dello sport a quelli della musica, amalgamando il tutto con la sua sapienza.
“Io sono stato sempre molto riottoso a scrivere dei libri, forse per pigrizia, non lo so. Fin quando uno degli editori, che da tempo mi chiedeva di scriverne uno, mi ha detto: ‘Ma non ti sei accorto che il libro l’hai già scritto? Alla fine aveva ragione lui, perché facendo semplicemente una sorta di diario delle mie sensazioni, delle mie emozioni, dei miei ricordi e di qualsiasi altra cosa; non dico giorno per giorno, ma abbastanza frequentemente, prendendo al volo dei pretesti o degli spunti, alla fine mi sono accorto di aver trattato tante cose belle che sono frutto della mia esperienza personale.
Se io parlo di Pantani, non ne parlo per sentito dire, ma ne parlo perché con lui ho avuto un rapporto di amicizia molto importante. Molte delle pagine sono corredate da foto di molti personaggi: da Pantani , Enzo Ferrari, Beppe Viola, Zanardi, Sandro Ciotti e tanti altri. Ho sempre cercato di essere me stesso. Se c’erano delle storie da raccontare lo facevo normalmente, come succede in un articolo. Nel mio caso devo dire che è nata una comunità aperta al dialogo, molto garbata e, permettimi di dire, molto allineata a quello che ho sempre cercato nella mia vita. Adesso ho tra le mani, rispetto a facebook, questa creatura cartacea con delle vignette molto belle, create da Giorgio Ferra, che hanno impreziosito questo lavoro. Nel mio libro ci sono diversi passaggi legati al Napoli, e mi piace ricordare il mio rapporto con Maradona. E’ un amico che considero sempre tale”.
Parliamo del Napoli: le chiedo di Reina. Lo spagnolo resta, ma probabilmente non contentissimo. Crede che a lungo andare questo mancato rinnovo possa pesare anche sulla squadra?
“Quest’estate il dibattito è stato incentrato su Donnarumma, e ci si chiedeva se quanto accaduto potesse lasciare delle scorie sul suo rendimento. Adesso si parla di un portiere che ha più o meno il doppio dell’età di Donnarumma, della cui professionalità non dubito minimamente. Mi piace pensare che il suo rendimento non ne risentirà, probabilmente ne risentirà il suo umore. Mi dispiace che il Napoli non lo abbia accontentato. Quest’anno il Napoli ha fatto un mercato eccezionale, ricomprando giocatori come Mertens, Insigne, Koulibaly, calciatori che non avrebbe ritrovato se non a condizioni onerosissime. Ho sperato che in questo gruppo ci fosse anche Reina. Non ho capito perché anche lui non sia stato assimilato a questa campagna ‘riacquisti”.
Il mercato del Napoli è incentrato sull’acquisto di profili giovani? Secondo lei è la strategia giusta per annullare il gap con la Juve e regalare lo scudetto ai tifosi del Napoli?
“Sicuramente sì, ma la strategia di alta quota prevederebbe anche l’acquisto di un top player. Ti faccio l’esempio del Milan: da una parte Sacchi aveva l’espressione di un grande vivaio. C’erano i Baresi, i Donadoni, i Costacurta, i Tassotti ed altri, poi c’erano i grandi campioni. Credo che De Laurentis e Giuntoli sappiano quello che fanno, però, se fosse arrivato un Chiesa, così come alla Juve è arrivato Bernardeschi, sarebbe stato un segnale che si ha voglia d’investire su qualcosa che non sia solo una speranza”.
Un giudizio sul Nizza, prossimo avversario nei preliminari di Champions League?
“Se il Napoli ha le ambizioni che ha: che si chiami Nizza o qualsiasi altra squadra, non deve formalizzarsi su questo. Io ho visto dibattiti su questo sorteggio e, permettimi, ho letto anche delle fesserie pazzesche. Ho frequentato il ritiro di Dimaro e nei tifosi ho visto una maturità straordinaria. Quando poi leggo, che dopo i sorteggi qualcuno dice: ’ecco i soliti sorteggi pilotati’ , allora vuol dire che c’è chi vuole continuare a stare a poppa e non a prua, e questo mi dispiace. Pilotati da chi? A favore di chi?”
La Juve resta la squadra da battere. Qual è la sua griglia scudetto?
“La griglia di partenza credo che sia da Moto Gp e non da Formula 1. Nel senso che prevede almeno tre favorite: la Juve, che ha vinto sei scudetti. Ci può essere qualche dubbio sulla tenuta della difesa, ma ha dato prova di grande ambizioni anche nella campagna acquisti. Poi il Napoli, che non ha nulla da invidiare alla Juve, soprattutto nell’undici contro undici. Di diritto c’è poi Milan, perché ha fatto un investimento faraonico ed è candidato automaticamente a lottare per lo scudetto. Subito dopo metto Inter e Roma in seconda fila. Quest’anno dovremmo divertirci”.