La redazione di Pianetazzurro.it ha contattato l’ex attaccante del Napoli, Gianluca Savoldi. Gianluca ha parlato dei nuovi acquisti del Napoli, ma anche della sua esperienza con la maglia azzurra.
Savoldi, dopo gli arrivi di Ounas, Mario Rui e quello molto probabile di Berenguer, come vedi questo Napoli?
“L’obiettivo era quello di non alterare gli equilibri. Mettere mano in modo un pò troppo invasivo sarebbe stato pericoloso. Si sta cercando di mettere a disposizione del tecnico delle soluzioni diverse da quelle che ci sono attualmente . Non conosco benissimo Ounas, mentre Mario Rui l’anno scorso non ha giocato molto per alcuni problemi fisici. Sarri, comunque, lo conosce bene e sa chi ha preso. Il Napoli sta cercando di prendere dei calciatori in grado di dare un’alternanza ai titolari, in modo da consentirgli di rifiatare un po’; visto che la formazione base non è da stravolgere. Mi auguro che quest’anno si possa vedere un pochino più all’opera Milik per sfruttare il suo peso in qualche partita. Il Napoli ha il vantaggio di avere già un suo assetto. Ogni tanto mi criticano quando parlo del Milan, perché nonostante abbia fatto molti acquisti, per me resta un’incognita. Spendere non è sempre sinonimo di vittoria”.
Va delineandosi positivamente la situazione Reina: per il Napoli risolvere la questione portiere è fondamentale. Trovare uno bravo e con la personalità dello spagnolo non è facile. Sarà, secondo te, un Napoli che potrà impensierire maggiormente la Juve?
“Bisogna vedere come si muoverà la Juve sul mercato. Anche i bianconeri hanno qualche problemino con la panchina. L’abbiamo visto nella fase finale della stagione. Parliamo di una panchina non all’altezza delle altre corazzate europee. In Italia è quella che parte favorita, ma questo Napoli resta l’unica alternativa ai bianconeri. Quest’anno la Juve potrebbe lasciare qualche punticino per strada, sta al Napoli sfruttare queste situazioni, sperando che elimini qualche errore che ha commesso lo scorso campionato. La Roma finirà per indebolirsi un po’. Il Milan e l’Inter hanno cambiato tanto anche loro, potranno essere là, ma il Napoli lo vedo favorito”.
Savoldi, nella Juve può incidere, anche inconsciamente, il fatto di aver perso la finale Champions?
“Si, perchè sono contraccolpi psicologici importanti. Io conosco bene i calciatori della Juve: arrivare al successo per loro è come togliersi un peso. Lo scotto della finale resta nella memoria e, inevitabilmente, alzerà ancora di più le aspettative con la consapevolezza di non essere, purtroppo, ancora competitivi con corazzate come Real Madrid o Bayern Monaco. Si è visto che c’è un divario ancora da colmare. Se si vanno a vedere i calciatori che Real e Juve avevano in panchina, la differenza si nota: il Real aveva Bale e James Rodriguez giusto per citarne alcuni. La Juve aveva Lemina e Benatia, buoni calciatori ma non a livello di quelli che hanno questi club. Si, secondo me la finale persa può essere un tarlo che può influire”.
Che ricordi hai della città di Napoli?
“Mi sono sposato a Napoli, con mia moglie abbiamo preso questa decisione in virtù della bellezza di questa città. Ogni tanto ritorniamo per il piacere di vedere amici e stare in un posto meraviglioso. Napoli è di una bellezza unica, tra le città più belle al mondo”.
Qualche rimpianto nella tua avventura a Napoli?
“Ero in A con la Reggina, ho rinunciato alla massima serie per venire a Napoli. Era un’esperienza alla quale tenevo moltissimo. Ho detto no ad un contratto importante. Inoltre, aver avuto mio padre che è stato un ex calciatore del Napoli, per me è stato uno stimolo in più per venire in questa meravigliosa città. Ci sono state un paio di circostanze sfortunate: una legata al mio infortunio dopo 3-4 partite. Sono rientrato nel girone di ritorno e poi mi sono fatto nuovamente male. Resta il rimpianto per un infortunio mal gestito per una serie di situazioni. Non ho potuto dare il contributo che avrei voluto, ma non per colpa mia. Poi c’è stata l’aggravante del fallimento societario, quando Naldi portò i libri contabili in tribunale. Quell’anno poteva essere quello del riscatto, ma non ci fu l’occasione. Sono cose che fanno parte del mondo del calcio. Il fallimento è un fatto storico e raro: nessuno poteva immaginarlo, soprattutto dopo che Naldi si era presentato con 13 acquisti. Però, ribadisco, dispiace non aver avuto l’occasione e il tempo per poter dare il mio contributo e far bene anche a Napoli, così come ho fatto in altre piazze dove ho giocato”.
Attualmente di cosa ti occupi?
“Mi sono dato al mondo della ristorazione. Ho aperto qualche ristorante. Ho avvertito l’esigenza di staccare un po’ la spina. Quest’anno, però, rientro nel mondo calcio. Mi ha convinto un amico: collaborerò con la Pro Sesto, mi ha coinvolto un ex compagno di squadra che fa il direttore sportivo. Gli darò una mano con gli juniores nazionali che sono un po’ il preludio alla prima squadra. Tutto sommato sono vicino casa ed ho accettato questa situazione. Vediamo come va”.