TONI: “HO TROVATO UN MURO DAVANTI A ME” – “Il direttore sportivo Filippo Fusco mi ha detto ‘qui comando io, qui decido tutto io’. E ho capito che per me non c’era motivo di continuare – ha spiegato l’ex centravanti in una lunga conferenza stampa nella quale ha motivato il suo addio al sodalizio gialloblù, che lascia dopo tre stagioni da giocatore e una da dirigente – Ho trovato davanti a me un muro e mi sono sentito ferito. E certe cose non me le ha dette, che so, un Rummenigge. Ringrazio il presidente Setti che stimo umanamente, ma se non c’è condivisione e possibilità di dare almeno qualche consiglio, io qui non posso crescere”. Toni non si ferma e affonda: “Non è colpa mia se mi chiamo Luca Toni o se Luca Toni in giro viene cercato più di chiunque altro, io non volevo essere un peso e sono venuto qui con umiltà”.
“PROMOZIONE IN A NON E’ UN’IMPRESA, CASSANO SERVIVA” – Un addio ricco di veleni e di giudizi che faranno discutere. “La promozione di quest’anno non é un’impresa. La vera impresa è stata quella della Spal. Noi avevamo 14 milioni di monte ingaggi ed era una cosa che avevo fatto notare in società”, rivela l’ex nazionale. Altro motivo di discordia la prossima campagna acquisti. L’ipotesi Cassano in primis: “A mio avviso Cassano sarebbe stato prezioso per l’Hellas. Qui c’è bisogno di gente esperta per la A e lui sarebbe arrivato con lo spirito giusto”. Solo nel finale torna un po’ di serenità. “Qui mi sono trovato benissimo: il titolo di capocannoniere e la festa per il mio addio sono i ricordi più dolci – conclude Toni – Porterò sempre questa città e l’Hellas nel mio cuore”.
hellas verona
- Protagonisti:
- luca toni
Fonte: Repubblica