PAOLO LIMITI, IL RICORDO DI MARINO BARTOLETTI: LA MODERNITÀ DELLA NOSTALGIA
Di Marino Bartoletti
Piango Paolo Limiti: un amico meraviglioso e generoso. E sono già in tanti a piangerlo. Forse anche quelli che ora dovrebbero vergognarsi a farlo: a cominciare da chi aveva capito ben poco della sua cultura, della sua intelligenza, del suo talento, della sua sensibilità, della sua positività, del suo amore per una vita, meno facile di quanto si possa immaginare, ma sempre affrontata con ottimismo e dignità
Era un uomo sapiente, preparato eppur profondamente ironico. Le cose le “sapeva”, non le aveva “sentite dire”. E’ stato un grande divulgatore televisivo di episodi e personaggi maggiori e minori, dove i “minori”, spesso, avevano molta più forza di quelli apparentemente più importanti.
I suoi racconti erano come il delta di un fiume: si sdoppiavano, si moltiplicavano, andavano verso il mare della gioia di averli ascoltati. Chi lo credeva “vecchio” per la tv non aveva capito che era giovanissimo: nei suoi ricordi c’erano sempre gli esempi per una speranza a cui sapeva offrire le radici. Non c’era argomento che lo potesse vedere spiazzato. Aveva inventato pomeriggi televisivi di apparente leggerezza, ma che oggi andrebbero studiati per la forza della loro profondità (e anche per gli straordinari “recuperi” di personaggi che il tempo, l’ingenerosità e l’ignoranza stavano per cancellare o avevano già cancellato).
Mi ricordo qualche sua sofferenza quando alcuni “geni del cambiamento”, che in Rai non sono mai mancati, gli negarono spazi e opportunità: non capendo la potenza e persino la modernità della sua capacità divulgativa. Sono molto felice di aver camminato in tante occasioni assieme a lui, con sintonia, ammirazione, affetto e, per quanto mi riguarda, tanta e infinita stima. Tanti anni fa “Sorrisi&Canzoni” mi commissionò una piccola storia della tv italiana a puntate che pretesi di fare dialogando con lui. Me la andrò a rileggere per “risentire” dentro di me (oltre al sapore della sua voce) la forza e la gioia di quei racconti che ci facemmo per tre giorni ad Alassio come due bimbi che si scambiavano le figurine.
Parlava sempre e solo di futuro.
Per salutarlo non posso che dedicargli la sua canzone più bella che, con la forza del silenzio, evoca il garbo, la passione e l’amore con cui ha sempre affrontato la vita. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai… Ciao Paolino
Marino Bartoletti per PianetAzzurro