ESCLUSIVA PA – Stefano DI CHIARA: al Napoli servirebbe un po’ più di sana ignoranza agonistica
PianetAzzurro ha avuto oggi il piacere di sentire in esclusiva, Stefano DI CHIARA (Roma, 21 febbraio 1956), un uomo di calcio vero, ruspante e senza peli sulla lingua. Un ex difensore che oggi farebbe comodo a tante squadre in A e un allenatore che dovunque ha allenato ha fatto bene, ma che paga la sua poca propensione al supino accondiscendimento. E questo si sa, nel calcio come nella vita di tutti i giorni, dove viene premiata più la forma che la sostanza, si paga.
Allora mister, la sua Lecce ancora in Lega Pro; ma uno con l’esperienza di mister Stefano Di Chiara non servirebbe ai salentini?
“Penso e credo che a Lecce sarebbe stata la soluzione ideale per me e per loro, mi sono anche offerto, gratis, e non mi vergogno a dirlo. Solo a vittoria del campionato avrei accettato un premio, ma come ben sai mi sono sempre mosso da solo, senza procuratori, nè con prestazioni fuori orario…”.
Cosa ne pensa della vicenda Donnarumma?
“Per Donnarumma solo tanto chiasso per nulla, sarebbe bastata una cena con lui e la famiglia: troppi soldi ed interessi che col calcio c’entrano poco… Se pensi che gli interlocutori sono Raiola, Fassone e Mirabelli… Magari se c’era una figura come non so come Maldini o Gattuso, gente che trasmetta il senso di appartenenza, l’identificazione le cose sarebbero state diverse, ma così non è. Sono altri tempi, quando passai dal Genoa al Cagliari mi telefonò Gigi Riva, allora ds, indovina com’è andata!?!?”
Il Napoli è immobile sul mercato, cosa servirebbe secondo te per renderlo all’altezza della Juve?
“Per il Napoli servirebbe un po’ più di sana ignoranza agonistica, meno belli, ma più concreti, meno estetica più speculari e un centrale difensivo alla Samuel…”.
Reina va confermato o punteresti su un altro portiere? Chi eventualmente?
“Reina mi piace molto, non è solo il portiere, è carismatico. Gli affiancherei Scuffet, in prospettiva grande portiere”.
Milan e Inter sono destinate a tornare grandi con le proprietà cinesi o non ti fidi di questi gruppi orientali?
“Per Milan e Inter non prevedo un futuro roseo a breve…non mi piacciono gli allenatori e c’è ancora confusione, troppa gente che pensa di decidere, fare peggio di questo anno però è quasi impossibile…”.
Mister, come ci manca quel calcio di quando giocavi tu…
“In questo calcio c’è troppa gente che non sta al suo posto, e già l’ho detto…metafora del nostro paese. La gente, il tifoso, non si sente più rappresentato…dentro e fuori dal campo, tanta coreografia poca competenza, niente passione… Una volta esisteva la squadra e la maglia….mi dispiace..per fare un giocatore bastano quattro anni, quelli che passano dai giovanissimi alla primavera sono tanti e pochi…dipende con chi crescono e chi gli insegna a giocare ed ad essere uomini….guardate e poi rendetevi conto. La mia generazione ha avuto grandi maestri di vita e di campo…”.
Su quale prossima panchina ti rivedremo? Un’esperienza all’estero ti piacerebbe farla?
“Per me la vedo dura se non chiami…non ti chiamano… Se pensi che l’ultima squadra che ho allenato è stata il Como e che pochi mesi prima avevo vinto il campionato di Lega Pro… Sono sette anni., ma rimango sempre un ragazzo fortunato…”.