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Real-Roma Legends, che emozioni: ma senza Totti…

Un tifoso di Francesco Totti con la sua maglia numero 10 al Bernabeu per la partita di beneficenza tra Real Madrid e Roma (foto SkySport.it)

Mancava soltanto Francesco alla sfida di beneficenza tra le vecchie glorie che ha trascinato al Bernabeu 70mila spettatori. Una serata ricca di emozioni, con campioni leggendari: Raul, Butragueno, Ronaldo, Bruno Conti. Hanno vinto i Blancos 4-0. Aldair: “Con Totti almeno un gol l’avremmo segnato…”  

Siamo convinti che se Totti fosse stato della partita la standing ovation más legendaria sarebbe stata dedicata a lui (con buona pace di Raul e Butragueño, che avrebbero rosicato e non poco…). Peccato. Ma il Santiago Bernabeu l’ha “perdonato”, come lo perdonò quando rifiutò la camiceta blanca per amore della Roma. Forse è per questo che lo adora e non è parso “offeso” (ne stiamo parliando come di un’entità, ma il Bernabeu cos’è sennò?). E così alla fine a trionfare è stato il “madridismo”, come sempre. Sul campo (“4 e a casa…”, i social non dimenticano) e soprattutto nella vera missione del galà organizzato dalla Fundación delle Merengues tra le glorie di Real e Roma: regalare un futuro a migliaia di bambini africani, che riceveranno un contributo di oltre 300mila euro incassati grazie alla commovente partecipazione di quasi 70mila spettatori, un mare di famiglie, tra cui spiccavano parecchie magliette giallorosse. Sulle spalle di chi ha sperato fino all’ultimo che il capitano si materializzasse sul prato del mitico impianto madrileno. Sono rimasti delusi, ma rivedere Bruno Conti su quella fascia 35 anni dopo la notte del Mundial ’82 è valso comunque il prezzo del biglietto. E poi la punizione di Figo e quella “sagoma” di un Fenomeno…

Morricone, che brividi

Il Corazon Classic Match “Latidos por África” si è aperto all’italiana, sulle note di Ennio Morricone, con la colonna sonora di C’era una volta il West che ha accompagnato il minuto di raccoglimento per le vittime dell’attentato di Londra dello scorso 3 giugno. È stato un momento di emozioni intense, vissuto dallo stadio in religioso silenzio. E brividi a non finire.

Troppo Figo

Al netto dell’età, c’era un abisso tra il tasso tecnico delle due squadre. Il Real si è presentato subito con Roberto Carlos e Michel Salgado a “spingere” sulle fasce (quasi) come ai bei tempi, e in avanti le bocche di fuoco Raul, Figo, Morientes e Ronaldo che, nonostante dovesse correre per due, ha regalato qualche colpo del suo sterminato repertorio. Dall’altra parte gli unici a reggere l’urto degli scatenati blancos sono stati il campione del mondo Simone Perrotta e Damiano Tommasi, presidente dell’AIC e a mezzo servizio con il club sanmarinese de La Fiorita (utilizzato la scorsa stagione soltanto nei preliminari di Europa League). Conti, Zibi Boniek e lo “spelacchiato” Abel Balbo hanno fatto quello che potevano… Fino al capolavoro del portoghese, che per l’occasione ha rispolverato l’inchino. E che ce l’ha per vizio: alla Roma segnò su punizione il gol del 4-3 nella finale di Supercoppa italiana 2005-06, completando la pazzesca rimonta dell’Inter di Mancini che era andata sotto di tre reti. E sulla panchina dei giallorossi chi sedeva? Il nuovo allenatore nerazzurro Luciano Spalletti. Che incrocio…

Il “cugino” di Ronaldo

Certo, nessuno oggi potrebbe pensare che Totti e Ronaldo siano nati a 5 giorni di distanza uno dall’altro (compiranno entrambi 41 anni alla fine di settembre). Ma il Fenomeno deve convivere con il suo problema alla tiroide e… alterna periodi dell’anno di dieta ad altri in cui si lascia più andare: stavolta era in versione “la seconda che hai detto”. Uscito tra gli applausi dopo una lunga “passeggiata” di 38 minuti, ha avuto parole al miele per i giallorossi: “Con la Roma ho sempre avuto una bella storia – ha dichiarato – ho dei grandi amici e sono felice di averli ritrovati. Sono contento che sia venuta così tanta gente. È importante per noi ex calciatori, che vogliamo sempre dare una mano con il nostro prestigio, la nostra popolarità”.

 Revival ’80-’90

Detto che Morientes siglerà una doppietta e Congo firmerà il poker conclusivo, indimenticabile resterà anche il passaggio di consegne tra Raul e il “Buitre”, salutato dagli occhi lucidi di quattro generazioni del Bernabeu. Nel revival delle sostituzioni anni ’80-’90 c’è stato spazio – tra gli altri – per Amedeo Carboni (una vita tra Roma e Valencia), Ruggiero “Rizzi-gol” Rizzitelli, il “Cappio” Massimiliano Cappioli e Marcos Cafù a fare da “pendolino” tra campo e panchina (entrato, uscito, rientrato). E poi Pluto Aldair, che è rimasto sul terreno di gioco dal primo all’ultimo minuto. Come l’ultima volta che era stato in questo stadio…

Il consiglio di Pluto

Era il 30 ottobre del 2002, la squadra di Fabio Capello vinse in casa del Real dei Galacticos campioni d’Europa in carica, proprio come oggi (Zidane era in campo). Il brasiliano la ricorda bene quella vittoria. “Fu una serata fantastica – ci racconta al termine della partita nella mix-zone del Bernabeu – e naturalmente segnò Francesco… Perché non è venuto? Non lo so. Abbiamo provato a convincerlo, ma non c’è stato verso. Probabilmente è troppo presto, forse deve ancora metabolizzare quello che è successo. Io c’ero all’Olimpico il 28 maggio e mi si è stretto il cuore a vederlo in lacrime. Ma ho pianto anche io, gli voglio un gran bene”.

Così tanto che gli cedette la fascia di capitano nel 1998, che Totti era un ragazzino. “E io avevo già 33 anni – ci spiega l’ex difensore, 14 stagioni e uno scudetto con la maglia giallorossa – era giusto che il capitano fosse lui, che rappresentava il futuro della Roma. Mi sono limitato a dargli qualche consiglio, che accettava volentieri, ma non ne aveva bisogno perché è nato per essere un leader”. E adesso che è andato in “pensione”, che consiglio gli darebbe? “Sicuramente di venire a darci una mano, la prossima volta. Con lui almeno un gol l’avremmo fatto…”.

Fonte: Sky

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