Da Daejon a Suwon ci sono un centinaio di chilometri e 15 anni. Da Corea-Italia del 2002 a Italia-Zambia per fortuna però cambia il risultato, con l’Italia che nei supplementari – in 10 – stavolta vince. Altrimenti staremmo sottolineando altre bizzarre coincidenze: arbitro ecuadoriano allora come oggi, e addirittura un guardalinee – ecuadoriano anche lui – praticamente omonimo: uno degli assistenti dell’arbitro Roddy Zambrano infatti si chiamava Byron Romero!
L’arbitro sbaglia…
Lui non c’entra niente: il pasticcio – nella gara valida per i quarti del Mondiale Under 20 – lo hanno fatto appunto l’arbitro Zambrano e il suo collega Vigliano, argentino, noto per aver dato rigore ed espulsione in favore del River in un Superclásico del 2014 (ma Gago l’aveva presa di testa e non di mano). I fatti: al 42′ del primo tempo, con lo Zambia avanti 1-0, un contropiede lancia Chilufya verso l’aera italiana. Appena prima del limite Pezzella sfiora con la mano la spalla dell’avversario che va avanti, scarta Zaccagno in uscita e cade a terra senza essere toccato dal portiere azzurro. L’arbitro concede il calcio di rigore, e fin qui sarebbe una svista perfino comprensibile considerato che il direttore di gara era “impallato”.
… ma con la Var fanno pure peggio!
Poi però entra in scena Vigliano, che è il Var numero 1 della partita (in cabina ci sono anche a supporto il cileno Astroza e il brasiliano Sampaio). Vigliano analizza l’episodio ma invece di far togliere il rigore e dare ammonizione per simulazione a Chilufya, induce l’arbitro (che non solo omette di fare il classico gesto del profilo tv ma nemmeno va a ricontrollare personalmente le immagini) a dare punizione dal limite e rosso per Pezzella per quella che evidentemente viene considerata una spinta (una spinta fuori area con chiara occasione da gol merita il rosso, su questo il regolamento non è cambiato).
La cosa giusta in mano alle persone sbagliate
Resta da capire se l’arbitro avesse fischiato rigore per l’inesistente fallo del portiere, e in questo caso però sarebbe ben strano che il Var abbia deciso autonomamente di punire il tocco di Pezzella, oppure se l’arbitro stesso avesse visto fallo di Pezzella, fischiando rigore a scoppio ritardato dopo una strana interpretazione del vantaggio. In questo caso il Var gli avrebbe solo detto che il contatto era fuori area. In ogni caso una decisione assurda che per fortuna non è costata la semifinale agli azzurrini (se non al povero Pezzella), e un brutto colpo per la credibilità della Var. Ma soprattutto una conferma: qualunque tecnologia messa in mano agli uomini diventa fallibile. Da quando scatterà la Var nel prossimo campionato comunque una cosa del genere sarà difficile vederla: il livello degli arbitri – e quindi dei Var – europei e italiani garantisce prestazioni di ben altro livello. Almeno si spera.
Fonte: SkySport