Totti saluta: “Lascio la fascia a un fratello come De Rossi. Il mio mago è stato Mazzone”
(ansa) “Per molti sono il capitano, per altri il 10, per altri il cap ma sembra un codice postale… Poi ci sono stati altri soprannomi, qualcuno insiste con Pupone ma sono Francesco e non c’è niente di più bello che essere chiamati col proprio nome”. Comincia così il video pubblicato sul sito della Roma dal titolo “Drawy My Life” e con un narratore d’eccezione: Francesco Totti. A poche ore dalla sua ultima gara con la Roma, il numero 10 giallorosso si racconta, dal padre e i confronti fra lui e il fratello Riccardo per non fargli montare la testa (“Ricca’, non ti offendere, quello forte ero io”), ai primi momenti di gloria anche se “ero Francesco e sono rimasto Francesco: essere uno di casa nelle case dei romanisti, questo il regalo più bello che mi ha fatto il calcio”. Evitato il piano ‘B’ (“mi vedevo con la tuta di benzinaio”), Totti prosegue nel suo racconto, dalle prime sfide a 11 anni con Nesta (“rivale e amico”) all’esordio con Boskov (“disse ‘entra il ragazzino’ e non avevo capito che il ‘ragazzino’ ero io”), fino all’incrocio con Mazzone: “è stato il mio Mago Merlino, mi ha tenuto alla larga dagli inganni e mi ha protetto dal successo”. Nel suo rivedere gli anni passati a Roma, Totti non dimentica Franco Sensi (“un presidente a cui devo molto”), Zeman (“mi spinse ad accettare nuove sfide con me stesso, mi responsabilizzò molto”) fino a quel 17 giugno 2001 quando “il mio sogno si è intrecciato con quello di tutti i romanisti, il giorno dello scudetto: si gioca a calcio per vivere almeno un giorno come quello”.
C’è anche spazio per la Nazionale e per due rigori calciati, quello a Van der Sar nella semifinale di Euro2000 e il “cucchiaio che fa il giro del mondo”, e poi quello all’Australia, “un passo fondamentale verso la Coppa del Mondo. A quel Mondiale ci sono arrivato per miracolo e per tenacia”, il riferimento al grave infortunio alla caviglia che ne ha messo a rischio la partecipazione ma “Lippi fu fra i primi a venirmi a trovare e a dirmi che mi avrebbe aspettato”. I ricordi di Totti proseguono fra le t-shirt sfoggiate ai derby alla sua Ilary e al “tridente di pupi” che ha arricchito la sua vita. “Ho avuto poi centinaia di compagni di squadra, ho sentito tantissime lingue ma il linguaggio del calcio è uno soltanto e lo spogliatoio è governato da una stessa legge: non ci sono differenze. Se la vita fosse uno spogliatoio…”. E di tutti i compagni avuti, uno ora è destinato a raccoglierne l’eredita’, Daniele De Rossi, “un fratello: quando la fascia è finita sul suo braccio, ho sentito che fosse un posto sicuro, le spalle di Daniele sono un posto sicuro”.
as roma
- Protagonisti:
- franesco totti
Fonte: Repubblica