Tavecchio si prepara alla riforma: “Diritti tv da rivedere, spero che i club capiscano”
Carlo Tavecchio, 73 anni. (ansa) FIRENZE – Chiamato a riformare il mondo del calcio italiano, Carlo Tavecchio, numero uno della Figc e commissario della Lega di serie A, sta lavorando duro per la rivoluzione. Ogni anno tiene banco la questione dei diritti tv, mentre nelle ultime settimane si è tornato a parlare del paracadute destinato a chi retrocede dalla serie A alla B. “I diritti tv sono da rivedere, mentre il paracadute in certi casi ha prodotto investimenti importanti. Spero che con l’aiuto dei subcommissari le società di Serie A capiscano che i diritti tv sono un mondo da rivedere e da perequare”
SERIE A COMPETITIVA – La serie A giunge al termine e quelli che sembravano verdetti acquisiti già a gennaio, adesso sono nuovamente in discussione con 180′ ancora da giocare. “In tanti dicevano che nel campionato italiano è tutto scontato, ma l’aritmetica dà spazio ancora a diverse soluzioni ed è bello che sia così a due domeniche dalla fine. Dal punto di vista sportivo il dato più importante è la Juventus in finale di Champions League, un risultato che dà ragione alla Uefa in merito alle presenze delle nostre squadre per le prossime edizioni”.
TROPPE SQUADRE –Tra le riforme previste, anche quella riguardante un’importante riduzione delle squadre professionistiche: “L’obiettivo di far capire ai campanili italiani che una riduzione delle squadre professionistiche di almeno un 30% vada fatta. Le riforme – spiega Tavecchio – sono un progetto di non facile attuazione. Una di queste è legata ad una mia idea derivante dal fatto che noi abbiamo molte squadre professionistiche, più di quelle che possiamo sopportare. Se facciamo i paragoni con le altre nazioni d’Europa, ben più numerose anche come abitanti, e ben più ricche, abbiamo delle differenze abissali”.
GIOVANI E TECNICI ITALIANI – È un’Italia che sta mettendo in mostra tanti giovani e che ha tecnici vincenti e amati all’estero. “Abbiamo un mondo giovanile con 800 mila praticanti, si tratta di capire e trovare quelli che possono far bene – spiega Tavecchio -. Per quanto riguarda gli allenatori italiani sono la nostra bandiera nel mondo, se li chiedono in tutte le latitudini vuol dire che la nostra scuola è tra le migliori al mondo. Hanno raggiunto risultati incredibili in questi anni e ora abbiamo anche la nuova filosofia di allenatori nuovi come Sarri. Noi abbiamo scelto Ventura che ha grande esperienza e che dà fiducia ai giovani. Sarri, Spalletti o Allegri come successore? Non abbiamo bisogno di ipotesi alternative, siamo contenti del suo lavoro e sono sicuro che resterà per un bel po’ di tempo con noi”.
INVESTIMENTI STRANIERI – Tavecchio parla anche delle proprietà straniere ai vertici di alcuni dei grandi club italiani. “In questo momento di globalizzazione, tutto passa su sfera mondiale, i capitali esteri sono i benvenuti se arrivano in condizioni di liceità e rispettano i parametri etici e morali”. “Inoltre – prosegue Tavecchio – non succede solo in Italia, è così anche in Spagna, Inghilterra e in Germania. Inter e Milan devono tornare protagonisti, non possiamo perdere Milano”.
L’ADDIO DI TOTTI – Intanto è molto probabile che il calcio italiano perda Francesco Totti che domenica 28 potrebbe giocare la sua ultima partita con la maglia della Roma e chiudere una splendida carriera che lo ha portato sul tetto del mondo proprio con la Nazionale azzurra nel 2006. “Gli ho fatto più volte i miei complimenti e gli ho dato anche qualche consiglio – conclude Tavecchio -. Deve decidere lui il suo destino, sono contento che per Roma-Genoa ci sarà il pienone. Noi lo ringraziamo per quello che ha fatto e la Figc avrà gli strumenti per riconoscere i suoi meriti”.
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Fonte: Repubblica