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Roma-Juve, Napoli e Inter: il punto di Marani

Il direttore di Sky Sport ha analizzato la vittoria dei giallorossi, lo stop della Juventus e non solo: “Spalletti ha il merito di aver tenuto la sua squadra al secondo posto, non credo che il ko debba preoccupare Allegri. Ricorderemo questo tridente del Napoli tra le cose pù belle della stagione. Inter? Il presidente è Thohir…”

La terzultima giornata di Serie A ha regalato conferme e sorprese, su tutte la battuta di arresto della Juventus contro la Roma all’Olimpico nella serata che poteva consegnare l’aritmetica certezza del sesto scudetto consecutivo ai bianconeri. I giallorossi sono riusciti a superare la capolista e a riprendersi così il secondo posto in classifica (che il Napoli gli aveva momentaneamente sottratto incentro 5-0 contro il Torino). Della sfida tra la squadra di Spalletti e quella di Allegri, del tridente delle meraviglia del Napoli e non solo ha parlato il direttore si Sky Sport 24 Matteo Marani, intervenuto in studio: “Non credo che la sconfitta della Juventus sia un campanello d’allarme – ha detto – quella bianconera è una squadra forte e non penso che ci saranno problemi per il finale di campionato”.

“La risposta della Roma nella serata più importante”

“Vedo una formazione che comunque, tutto sommato, è concentrata ma è chiaro che i tanti cambiamenti di formazione in qualche modo li paghi – ha aggiunto – la partita di ieri sera ci ha fatto capire che nel campionato italiano basta scendere un attimo nella concentrazione, nella motivazione e nel rendimento per andare incontro a possibili risultati inattesi. Così è successo contro l’Atalanta (che è un’eccellente squadra), poi nel derby e poi soprattutto ieri sera. Devo dire che vado un po’ controcorrente e la Juve della prima parte di gara non mi è affatto dispiaciuta, mentre guardavo la partita dicevo: ‘Guarda la seconda-Juve che con tanti cambi se la gioca all’Olimpico con la Roma’”.

“Grande merito a Spalletti”

Ma di fronte i bianconeri avevano una grande squadra: “C’è stata poi una grande reazione degli avversari che non è stata casuale ma che è venuta da certi uomini – ha proseguito il direttore – mi piace quindi più sottolineare la voglia di non rassegnarsi della squadra di Spalletti, il fatto di non voler buttare via la stagione perché perdendo ieri avrebbe potuto lasciar vincere lo scudetto alla Juventus sul suo campo sì, ma sarebbe così scesa al terzo posto. Invece, nella serata più difficile, ha dato le giuste risposte e il merito è di Spalletti. Si sa che il tecnico è al passo d’addio ma è comunque riuscito nell’impresa non scontata di tenere la Roma al secondo posto”.

“Il tridente del Napoli meglio di quello degli scudetti”

Chi continua a inseguire il secondo posto è il Napoli, attualmente terzo ma protagonista di un’ottima partita anche contro il Torino. “Questo probabilmente è il miglior tridente della storia del Napoli – ha detto Marani – è vero che bisogna ricordarsi di Maradona e questo non si discute, ma se si guardano i dati da un punto di vista prettamente numerico la cosa che colpisce sono proprio i gol segnati. Nell’anno dello scudetto dell’86/’87 sono state segnate 23 reti, nella stagione ’89 /’90 invece 37, mentre nel 2011/2012 (l’anno in cui c’erano Lavezzi, Hamsik e Cavani) erano stati 56 i gol stagionali. Oggi siamo già a quota 65 e penso che la bellezza di questo tridente sia una delle cose che possiamo apprezzare di più in tutto il campionato di quest’anno; quando andremo a fare il bilancio di questa annata – in cui si è segnato moltissimo – credo che il tridente del Napoli – con Mertens centravanti anche se nessuno se l’aspettava visto che non era quello il ruolo pensato per lui – sarà una delle cose da mettere sul podio perché dal punto di vista degli attaccanti supera addirittura quello degli anni dello scudetto”.

“Chi decide all’Inter?”

Dalle note positive e da ricordare a quelle negative. Nonostante il cambio in  panchina l’Inter non riesce a uscire dalla sua crisi e anche contro il Sassuolo è arrivata una sconfitta. Per il direttore Marani le ragioni di queste difficoltà vanno ricercate in una struttura societaria non definita: “Bisognerebbe stabilire bene chi decide all’Inter. Noi all’esterno non lo sappiamo e temo che non lo sappiano nemmeno molti soggetti che sono in società. La cosa curiosa che può essere sfuggita in questo momento è che il presidente dei nerazzurri è Erick Thohir; già questo mi sembra molto strano. C’è Zanetti che fai il vicepresidente e credo che abbia comunque diritto a mettere voce nel capitolo tecnico, poi ci sono Gardini e Ausilio – quest’ultimo fresco di rinnovo da poche settimane dopo una stagione non certamente esaltante. Ma la società ha ritenuto giusto fare un triennale a lui e credo che farà lo stesso anche con Gardini perché non penso che la coppia si dividerà, se è stato apprezzato il lavoro di uno nella stessa maniera deve essere fatto anche con l’altro. L’ultima novità è l’ingresso in società di Sabatini che però non è direttamente sopra queste figure perché lì c’è Zhang. Quindi la mia domanda è: chi decide in questo momento all’Inter? Io non lo so. E’ chiaro che quello che dice Eder è significativo, perché le cose in una squadra funzionino deve esserci una figura a cui potersi rivolgere”, ha concluso il direttore.

Fonte: SkySport

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