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Milan, il bilancio chiude in rosso. E il marchio finisce in pegno

Milan, il bilancio chiude in rosso. E il marchio finisce in pegnoFassone con David Han Li (ap) MILANO – Chiude a -74.9 milioni l’ultimo bilancio del Milan targato Berlusconi. Il rendiconto porta già la firma del neo ad Marco Fassone, ma è relativo ai conti 2016, quindi ricade ancora sotto la gestione di Fininvest. Sarà approvato nell’assemblea del 18 maggio, l’appuntamento che dovrà anche dare il via libera al primo aumento di capitale della nuova proprietà: 60 milioni più 60 affidati con delega al Cda. I conti relativi al 2016 – questo è l’ultimo bilancio su anno solare, d’ora in poi si passerà ad anno fiscale (1° luglio/30 giugno) come per quasi tutti gli altri club – sono allo studio dell’Associazione piccoli azionisti e degli analisti della società Garnell proprio in vista della riunione del 18. In quell’occasione dovrebbe essere fornito ai soci, che ne avevano fatto richiesta il 14 aprile scorso, il sospirato curriculum dei compimenti del Cda cinesi che, a eccezione di Lu Bo al vertice di Haixia, non compiono in alcun organigramma aziendale conosciuto al di fuori del Milan.
 
FATTURATO IN CRESCITA – Il fatturato del gruppo Milan è salito a 236.1 milioni, in crescita rispetto ai 213.4 milioni dell’esercizio 2015. L’incremento di 22.7 milioni è dovuto, tra le altre voci, a maggiori entrate da plusvalenze del mercato calciatori, maggiori incassi derivanti dal raggiungimento della finale di Coppa Italia e dalla differente collocazione delle partite di cartello del campionato (+10.7 milioni) e alla Supercoppa di Doha che ha portato in cassa 1.2 milioni. Leggero calo dei costi da 296.4 milioni a 294.3. Tra le pagine del bilancio si trova traccia dell’ammontare preciso dell’indennizzo dovuto a Fiera Milano per chiudere la vicenda giudiziaria relativa al progetto di nuovo stadio al Portello mai realizzato: 5.5 milioni.
 
L’ELENCO DEI PEGNI – Vengono descritte anche le ricadute finanziarie immediate della cessione del club alla nuova proprietà. Il Milan riceve due iniezioni di liquidità: 10 milioni per la gestione ordinaria degli ultimi mesi, sottoscritto dai nuovi proprietari, e 73 milioni oggetto di un prestito da parte del veicolo Project RedBlack – partecipato dal Fondo Elliott e da Blue Skye (la società italiana è entrata nell’operazione con un contributo di circa 10/12 milioni) – che rientra nello schema del bond collocato alla Borsa di Vienna. Le cifre erano già note, interessante però notare nel bilancio l’elenco dei pegni iscritti a tutela di questi prestiti: il conto corrente ricavi del Milan presso la Banca Popolare di Milano, il marchio del club rossonero, la cessione di crediti relativi a sponsor e diritti tv, i diritti di archivio del Milan, il 100% di Milan Entertainment e per quanto riguarda tutto il resto dell’operazione anche il 99.93% delle quote del Milan. Quindi sono stati impegnati quote e ricavi del club, sui quali si potranno rivalere Elliott e Blue Skye in caso di mancato rimborso del prestito da parte di Yonghong Li al termine del periodo transitorio di 18 mesi.  
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Fonte: Repubblica

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