ll confronto tra Mihajlovic e Vialli nasce da una delle discussioni più ricorrenti sull’interpretazione del regolamento, cioè quella del classico “palla o avversario”. Normalmente quando si analizza un intervento difensivo per valutare se sia falloso o meno si usa come discriminante appunto l’eventuale tocco sul pallone. Una variabile quasi scontata calcisticamente parlando, perché se si prende prima il pallone si è fatto quel che il gioco prevede, mentre se si prende l’avversario lo si è danneggiato.
Il regolamento però del pallone non parla, focalizzandosi solo sui rischi che l’intervento difensivo comporta per l’avversario e fissando il famoso tris “negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata”, a cui corrispondono solo punizione (o rigore), punizione con ammonizione, e punizione con espulsione.
L’arbitro Valeri, dopo essersi consultato con il quarto uomo Costanzo, ha ritenuto che Acquah sia intervenuto su Mandzukic con imprudenza, che – sempre citando il regolamento – significa che il calciatore “ha agito con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario”.
L’arbitro – e Vialli – hanno dunque dalla loro la lettera del regolamento. Mihajlovic ha dalla sua un modo più elastico e “inglese” di leggerlo. E’ la conseguenza di regole scritte volutamente lasciando un margine di interpretazione. Né basterà la Var per azzerare le discussioni: anche perché in questo caso – non trattandosi di una espulsione diretta – non sarebbe potuta intervenire…
Fonte: SkySport